Due anni fa or sono, era Novembre e a Genova si teneva il Festival della Scienza. Oramai i media pullulavano di speculazioni su una supposta “fine del mondo” prevedibile per il 2012. Le ipotesi più variegate si sono susseguite, libri di autori che in realtà sono presentatori televisivi, da Roberto Giacobbo di “Voyager”  ad Alessandro Cecchi Paone, per non citare persone ben più degne di nota scientifica e professionale o altri fantasticatori che hanno avuto modo di pubblicare facilmente, dato l’argomento di interesse pubblico. Ma quali sono i fondamenti su cui questi autori si stanno basando, quali sono  le fonti storiche e scientifiche su cui poter speculare e su cui invece poter divulgare informazioni plausibili, magari più meritevoli di riflessione?

In questa categoria vorrei proporre approfondimenti di ordine storico e scientifico, per quanto nelle mie possibilità. Analizzerò tutto ciò che ho raccolto attraverso la rete, con mente scettica ed aperta allo stesso tempo, senza però lasciarmi fuorviare. I miei acerbi studi di archeologia e  le mie basi di astronomia, faranno da ammortizzatori ad un punto di vista che denota la mia indole sognatrice, e le scoperte scientifiche di cui potrò disporre, faranno da perno e da confronto ad ogni riflessione.

Mi avvarrò della collaborazione di archeologi, scienziati, giornalisti e storici per poter proporre un’informazione il più completa possibile.

Oggi i segni di uno sconvolgimento planetario non sono imminenti, ma si possono vedere sugli schermi, ad ogni edizione di telegiornale. Quel novembre 2009 mi recai insieme al mio collaboratore, il giornalista e scrittore storico, Roberto Roggero, all’Osservatorio del Righi, ai piedi del Forte Sperone, uno dei sette forti sulle colline sopra la città di Genova. I telescopi dell’osservatorio erano di libero accesso al pubblico variegato, tra bambini e anziani e giovani assetati di conoscenza. La visione di Andromeda, di Giove, che brillava fulgido nei cieli già da tutta l’estate, è stata un’esperienza da togliere il fiato. L’incontro si è chiuso con una presentazione tenuta dal noto astronomo e responsabile dell’osservatorio, Walter Riva, che raccontava attraverso proiezioni di immagini,  come le macchie solari fossero state parte della ricerca del grande Galileo Galilei, che per primo aveva osservato. Le domande erano aperte e si è venuto a creare un bel dibattito tra pubblico ed esperti. Verso la fine della serata, purtroppo, si è aperto il curioso discorso sulla possibile “fine del mondo”, ed io non mi sono lasciata scappare l’occasione: “Ne vediamo di tutti i colori dalla rete ai programmi tv, da Nibiru, a grandi asteroidi in collisione con la terra, allineamenti di pianeti, e il sole che potrebbe abbrustolirci da un momento all’altro…mi scusi, secondo lei, quale di queste tante ipotesi è la più veritiera, quale è appoggiata da studi scientifici verificabili???”

Punto per punto, abbiamo dissezionato insieme le domande tra vero e falso.

  • Nibiru, e le foto che girano in rete sono assolutamente dei falsi; se esistesse un pianeta di tali dimensioni, dopo svariate ed accurate spedizioni spaziali, osservazioni con telescopi ad alta definizione in orbita ad anni luce attorno al sistema solare…beh, se ci fosse, si sarebbe visto o quanto meno, si sarebbero osservate anomalie a livello gravitazionale, che non ci sono state e non ci sono.
  • L’asteroide Aphosis 2004 MN4? Anche riguardo a questo è tutto esagerato, vi sono più possibilità di vincere al super.enalotto che questo asteroide si possa schiantare o anche solo sfiorare l’orbita terrestre. L’allarme del suo impatto nel 2009, tra l’altro, è stato breve ed è rientrato già da due anni. L’asteroide rimane sotto osservazione costante, identificato come di Livello 1, e se ne riparlerà tra qualche anno, perchè nel 2036 potrebbe riavvicinarsi alla terra.
  • I Maya?  Beh questo popolo, come altri nell’antichiìta (vedi i Sumeri), erano dei geni del calcolo astronomico, seguivano con una perfezione inpressionate le orbite di Venere, Luna e Sole, conoscevano la precessione degli equinozi e avevano un calendario che poteva essere utilizzato per circa 26mila anni….si, fino al 2012…si, il loro calendario finisce con il coincidere del solstizio di inverno del 2012. Questo però, non ci da prova di una fine del tempo, del pianeta, dell’umanità. Non vi sono prove epigrafiche, che possano indicarci con precisione una “fine”. Finisce un calendario che per quanto ne sappiamo noi, essendo ad andamento circolare, potrebbe rappresentare solo dei cicli, e per questo essere riutilizzato, ripartendo dall’inizio. Chiude solo un ciclo astronomico.

I maya però si possono ricollegare all’attività solare.

Infatti conoscevano molto bene i cicli di inattività e attività, delle eruzioni solari. Il pianeta terra è da sempre soggetto ai così detti “flair” solari, ossia delle eruzioni talmente forti, da irradiarsi potentemente addosso ai pianeti vicini, colpendone e mettendo a dura prova il loro campo elettromagnetico. In passato vi sono già stati casi di tempeste solari, ma gli effetti sono stati poco visibili agli occhi dell’umanità, se non sotto forma di black out estesi a vaste zone del pianeta (1965 Canada e Stati uniti: 30milioni di persone rimaste al buio). Oggi non potremmo fare a meno dei dispositivi elettronici, le comunicazioni salterebbero, tutto si fermerebbe, senza elettricità. Bisogna dire però che questa è l’ipotesi più accreditabile tra tutte. Il sole ha un ritmo “sonno-veglia” di 11 anni, cicli in cui l’attività magnetica, ossia il motore della nostra stella, cambia a seconda delle eruzioni e delle macchie solari osservabili. L’iperbole di attività solare che avviene durante questi 11 anni, ha un suo picco durante il quale vi sono brillamenti ed espulsione di massa coronale, con il conseguente aumento delle aurore boreali visibili da noi terrestri,m normalmente nelle zone artiche. Bisogna dire quindi, che in effetti, il 2012 potrebbe proprio coincidere con quel picco di attività, di cui l’aumento sarà già riscontrabile nel 2011……

Nel prossimo approfondimento, tratterò dei comunicati NASA che si son susseguiti riguardo alle tempeste solari che pare, in maniera leggera, si stanno già riversando sul nostro pianeta, indebolendone il già malconcio, campo magnetico naturale.