Archive for novembre, 2012


Da Sandy, a Nilam, e molti altri gli eventi climatici che fanno sembrare il nostro Pianeta impazzito.

Non solo i versanti atlantici ed oceanici, adesso anche il Mare Nostrum, il Mediterraneo, sta subendo le conseguenze dei famigerati “cambiamenti climatici“. Il bacino mediterraneo, considerato fin dall’antichità un mare tranquillo e protetto, adesso è nel mirino di eventi meteorologici di rara intensità e di una fenomenologia che si sta mostrando sempre più frequente e devastante. I commenti a riguardo possono solo riguardare, a mio parere,  una “nicchia” di illuminati della comunità scientifica, che ha già denunciato da tempo alle istituzioni e agli organi governativi,  le variazioni di temperatura che si sono riscontrate negli oceani e nei mari, ma che stranamente non hanno avuto alcun esito a livello di divulgazione ufficiale. La denuncia ha fatto luce sulle reazioni esponenziali e proporzionali all’aumento di temperatura, provocando fenomeni di questo tipo in aree del pianeta fin’ora non considerate a rischio.  Anomalie appunto, si potrebbero chiamre così. Se non fosse però un effetto, ben chiaro per altro, che mette in stretta relazione l’aumento di Co2 nell’atmosfera, surriscaldando il pianeta, grazie alla continua emissione di gas estratti dai combustibili fossili, che ci ostiniamo ad utilizzare e ad estrarre, fino all’ultimo centesimo di qualche “paperondepaperonis del petrolio” che non vede oltre il suo portafoglio, e non vede oltre l’Oggi. Parlarne sembra un romanzo di fantapolitica ambienatalista, ma solo la realtà aprirà gli occhi a molte persone, e purtoppo c’è il rischio che ne chiuda molti altri e per sempre. Il bello dell’evoluzione umana sarebbe il poter prevedere o premunirsi, il brutto è che esiste un’omertà consumistica, fomentata da lobby e multinazionali che pagano e minacciano per tappare la bocca a chi avrebbe saggi e relistici moniti sul come poterci salvare la pelle in tempo. Peccato che anche un disastro produca businness. Vi lascio ai video di oggi che non hanno bisogno di ulteriori commenti.

28/11/12 – I DANNI DEL TORNADO A TARANTO

Birmania – La regione del Myanmar che stamattina (attorno alle 3 ora italiana) è stata colpita da un forte terremoto di M 6.8, seguito da altre forti scosse di assestamento, di cui una seconda di M 5.8, è stata messa in ginocchio di fronte agli ingenti danni e feriti gravi, provocati dal sisma. Il bollettino continua a peggiorare, le autorità birmane comunicano che da stamane il numero delle vittime è salito a 13. Si contano decine di feriti e  danni ai numerosi monasteri, di cui due sono letteralmente crollati a Kyaukmyaung uccidendo due persone, rimaste sotto le macerie; il ponte sull’Irrawaddy River, a est di Shwebo, è crollato stamane, causando 4 vittime. Una miniera è collassata a Sintku, vicino all’epicentro del sisma. Anche nella zona mineraria di Mogok, diversi templi hanno riportato gravi danni strutturali. Il paese, già scosso dall’incidente che ha visto deragliare un treno una settimana fa a Shwebo causando 25 morti, si prepara adesso anche alla visita del presidente Barak Obama, programmata per il 19 novembre, appena uscito vincente dalle elezioni americane, ma anche da uno dei più forti uragani scatenatosi nell’atlantico negli utlimi 30 anni.

 

 

 

Birmania – Un forte sisma di M 6.8 (prima valutazione USGS) ha colpito la Birmania del Nord, dove si è sparso il panico tra gi abitanti e il crollo di un ponte vicino alla zona dell’epicentro, che ha causato 5 vittime.

Il terremoto ha colpito il paese alle 7:42 ora locale, a circa 120km a nord di Mandalay, con ipocentro a circa 10 km di profondità.

Per quanto la Birmania sia una zona comunemente colpita da piccoli terremoti, quello di oggi è stato avvertito anche a Bangkok in Thailandia. La scossa principale è stata poi seguita da altre due forti scosse di assestamento.

 

 

 

 

Gli Stati Generali della Green Economy, la due giorni dedicata all’economia verde, si è conclusa il 9 novembre ed  è stata indicata  una “road map verso la sostenibilità” scandita dalle 70 proposte emerse dal lungo processo di partecipazione che ha visto coinvolti più di 1.000 esperti che hanno lavorato su otto temi strategici. Più di 1.500 partecipanti, circa 40 relatori, due ministri. Il Ministero dell’Ambiente e altre 39 organizzazioni di immprese “green”, hanno promosso questo evento, anche con il supporto della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, confermando che in Italia l’economia verde costituisce un settore innovativo e che può creare occupazione, innescando un opera di contrasto alla recessione economica, un settore proiettato sul mercato internazionale.

Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, conferma il successo di questa due giorni, in cui sono stati coinvolte varie imprese, in una piattaforma di 70 proposte unitaria ed efficace. Gli interventi degli esponenti politici, sindacali e imprenditoriali, hanno raccolto ampio consenso. Ronchi commenta infatti : “Mille rivoli si sono incontrati e hanno dato vita ad un fiume, il fiume della green economy che comincia a scorrere anche in Italia. Questo fiume non scomparirà, ma si farà vedere e sentire come forza reale per affrontare la crisi italiana e aprire nuove possibilità di sviluppo”

Tra le 70 proposta vi è la tesi 46, ossia quella che prevede la “promozione di un’azione specifica per il sostegno allo sviluppo delle rinnovabili termiche”, che da oggi è operativa in Italia e affiancata da un decreto sugli incentivi alle famiglie e alla pubblica amministrazione, decreto annunciato dal Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, nel suo intervento nella sessione finale della due giorni.

Il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini è intervenuto a margine degli Stati Generali della Green Economy,affermando che le 70 proposte del Programma, “possono costituire una road map verso lo sviluppo sostenibile e la green economy in Italia può essere una chiave per uscire dalla crisi”.

Infatti, il rapporto “Green Economy per uscire dalle due crisi”, vede già dei risultati molto positivi, tra cui 193 corsi universitari in economia verde, lavoratori nelle eco-industrie in crescita, il settore delle rinnovabili che impiega già oltre 108mila lavoratori, più di 4.500 aziende di agricoltura biologica (deteniamo il più alto numero in Europa) e poi i costi di smaltimento dei rifiuti molto bassi nelle Regioni che hanno scelto la raccolta differenziata spinta.

Per lo sviluppo della Green Economy in Italia, sono stati individuati 8 settori in cui investire: strumenti economici, ecoinnovazione, ecoefficienza, riciclo e rinnovabilità dei materiali, efficienza e risparmio energetico; fonti energetiche rinnovabili; tutela e valorizzazione dei servizi degli ecosistemi; filiere agricole di qualità ecologica; mobilità sostenibile.
Speriamo che i risultati migliorino ancora…;)

 www.statigenerali.org

http://www.meteoweb.eu/2012/11/il-fiume-della-green-economy-comincia-a-scorrere-in-italia/162596/

E’ un vero e proprio pellegrinaggio, quello che sta interessando migliaia di persone in viaggio verso le zone della costa nord est del pacifico. Un orda di astrofili, ma anche di gente comune che vuole essere presente ad un evento astronomico raro e suggestivo: una eclissi totale di Sole.

Sarài infatti la mattina del 4 Novembre, quando in Italia sarà ancora il tardo pomeriggio del 13 Nov.), un’ora dopo il sorgere del sole, che la Luna si interporrà tra la Terra e la nostra stella, e per 2 minuti vi sarà buio. Un evento considerato in antichità come un cattivo presagio, è invece studiato oggi dagli scienziati per comprendere il grande mistero del riscaldamento coronale. Gli astronomi infatti cercano da tempo di scoprire perchè l’atmosfera esterna del Sole, la “corona”, sia più calda della superficie del Sole, che raggiunge i 6000 °C, mentre la corona sembra sfiorare il milione di gradi Celsius, forse anche di più. Per elpletare al meglio questi calcoli, gli scenziati utilizzano strumenti particolari, chiamati “coronografi”, che bloccanoil bagliore solare rivelando la debole corona. Il sole è monitorato costantemente 24/24 h, da sonde lanciate nello spazio, ma nessuno strumento potrà eguagliare la Luna, il nostro satellite naturale, considerata il più grande “coronografo” della natura. Shadia Habbal, scienziato dell’Istituto di Astronomia alle Hawaii sostiene: “Quella rappresenta l’area dove tutto il campo magnetico e i processi fisici responsabili per il riscaldamento della corona si stanno evolvendo più rapidamente”, continua “Durante le eclissi, la Luna rivela la corona più interna che i coronografi artificiali faticano a vedere”.

E la notte prenderà il posto al giorno per qualche minuto, uno dei fenomeni più suggestivi della natura. Il cono d’ombra della Luna attraverserà l’Oceano Pacifico meridionale, tranne le aree al nord dell’Australia, determinando anche un’eclissi parziale, quindi provocando solo la penombra, visibile in una zona che coprirà aree più vaste di territorio, tra cui Australia, Nuova Zelanda e parte dell’Antartide e il sud del Sud America.

Il percorso centrale dell’eclisse passerà nel parco nazionale di Garig Ganak Barlu,in Australia, a circa 250 chilometri ad est di Darwin, alle 21:35 (ora italiana). Viaggiando a sud-est, l’ombra attraverserà rapidamente il Golfo di Carpentaria e raggiungerà la penisola di Cape York alle 21:37. La prima e unica regione popolata del percorso si trova lungo la costa orientale del Queensland, sulla città di Cairns. La città posta nei pressi della Grande Barriera Corallina si troverà a circa 30 chilometri a sud della linea centrale. La popolazione potrà godere dell’eclissi totale alle prime ore del mattino per 2 minuti, quando il Sole sarà ad un’altezza di 14° sull’orizzonte orientale. Gli osservatori sulla linea centrale potranno assistere a 5 secondi in più di totalità, ma le condizioni atmosferiche locali avranno un ruolo ben maggiore rispetto alla scelta di un sito che vivrà il fenomeno per qualche secondo in più. Dopo aver lasciato l’Australia l’ombra scivolerà sopra l’Oceano, disturbata da un ulteriore approdo per il resto del suo percorso. Il massimo oscuramento si verificherà nel Sud del Pacifico alle 23:11:48 (ora italiana). In questo istante, l’asse d’ombra della Luna passerà più vicino al centro della Terra. La durata massima della totalità sarà di 4 minuti e 2 secondi, con un’altezza del sole di 68°, mentre la larghezza del cono d’ombra sarà di 179 chilometri. Proseguendo attraverso il vasto Pacifico del Sud, il percorso dell’ombra finirà a circa 800 chilometri ad ovest del Cile, alle 00:48.

Nell’arco di 3 ore, l’ombra della Luna (l’eclissi di Sole si verifica quando la Luna si interpone tra la Terra ed il Sole) percorrerà un sentiero di circa 14.500 chilometri di lunghezza, che coprirà lo 0,46% della superficie terrestre. Le esclissi totali di Sole rappresentano forse il fenomeno astronomico più spettacolare e suggestivo a cui la terra possa assistere, che permettendo di osservare variazioni meteorologiche e naturalistiche eccezionali. La temperatura tende a raffreddarsi per assenza di irraggiamento solare, mentre una brezza costante si fa strada durante la fase di totalità: è il vento dell’eclissi. Il calo di luce altera i comportamenti degli animali: quelli notturni escono dalle loro tane, e viceversa, molti altri vanno a riposare. Il cielo stellato, soprattutto per quanto riguarda le stelle più brillanti, appare improvvisamente al posto del blù del giorno, svanendo a sua volta mentre il disco lunare permette nuovamente la visione del Sole. Dopo la fase di totalità, l’ombra della Luna si propagherà lungo il Pacifico meridionale, tracciando una linea di migliaia di chilometri in acque disabitate, raggiungendo quasi le coste del Sud America. Naturalmente e purtroppo, dall’Italia, visti gli orari descritti, il fenomeno non sarà visibile. Per assistere alla prossima eclissi totale di Sole dalla nostra penisola, si dovrà attendere il 2081.

Fonti: http://science1.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2012/07nov_totaleclipse/  –  http://www.meteoweb.eu

Coronal Holes Today

In seguito al CME (Coronal Mass Ejection) del 9 e 10 Novembre e al flare M 7.1 di ieri, NOAASpaceweather avvertono che ci sarà una forte onda d’urto sul versante Terra. Due grandi nubi di plasma solare si dirigono in queste ore verso la Terra,  che si fonderanno in un unica nube. L’impatto con il campo magnetico del nostro pianeta è previsto per domani, 12 Nov. 2012.

L’allerta del NOAA stima un 55% di possibilità di tempeste geomagnetiche nelle prossime 24/48 ore. Possibili venti solari che provocheranno aurore boreali anche a basse latitudini e possibili interferenze radio.

Askap (Australian Square Kilometre Array Pathfinder), il radiotelescopio nuovo di zecca del Csiro (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation), potrebbe essere utile nella ricerca di 700mila nuove galassie.  Sviluppo e costruzione di Askap sono avvenuti in collaborazione con scienziati ed ingegneri dei Paesi Bassi, Canada e USA, ed anche con i colleghi delle univerità australiane e delle industrie cinesi. Queste le predizioni che fanno del Askap, lo strumento prediletto da un gruppo di ricercatori australiani della University of Western Australia, che nel loro studio pubblicato anche sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, pare abbiamo combinato simulazioni al computer specifiche per fare appunto del nuovo telescopio uno strumento di notevoli capacità. Il complesso Askap è composto da 36 antenne di identiche dimensioni, ognuna di 12 metri di diamentro, che operano in contemporanea come un unico strumento. La nuova tecnologia incorporata per la ricezione, ITC system, renderà Askap uno dei radiotelescopi di ultima generazione, forse il migliore fin’ora in funzione, per fornire risposte fondamentali e più precise sul nostro Universo, diventando il più grande e sensibile strumento a livello globale.

L’Askap e’ un telescopio altamete capace. Riuscira’ a vedere piu’ galassie, piu’ lontano e con piu’ dettagli di quantoabbia mai fatto nessun telescopio al mondo”, spiega Alan Duffy, fra gli autori dello studio. Il radiotelescopio passerà al setaccio le parti meridionali dei cieli già nel 2013, con due survey, Wallaby e Dingo, ad esaminare le concentrazioni di idrogeno che alimenta le stelle nelle galassie, e il modo in cui queste sono cambiate in 4milioni di anni. Uno studio che permetterà di comprendere come la nostra galassia, la Via Lattea, sia cresciuta. ”Prevediamo che WALLABY riesca a trovare 600 mila nuove galassie e DINGO altre 100 mila, guardando oltre miliardi di miliardi di anni luce di spazio”, ha concluso sempre Duffy, ricercatore alla University of Western Australia, che un nodo logistico del International Centre for Radio Astronomy Research.  Nei link sottostanti si possono apprezzare le prime immagini trasmesse dalle webcam nel sito di installazione del radiotelescopio.

http://www.meteoweb.eu/2012/11/spazio-nuovo-telescopio-australiano-riuscira-a-scoprire-oltre-700-000-nuove-galassie/162744/

http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/telescopio-australiano-trovera-oltre-700-mila-galassie/news-dettaglio/4254111

Durante le prime ore di ieri mattina, 9 novembre 2012, un filamento magnetico che si trova dietro l’arto sud-orientale del Sole è esploso, scagliando un’espulsione di massa coronale (CME) estremamente luminosa nello spazio: le particelle cariche e le nubi di plasma eruttate dalla nostra stella non sembrano rivolte verso il nostro pianeta, ma potrebbero esserlo nelle future esplosioni di questa regione attiva, ancora estremamente potente. Il Sole è prossimo al picco del ciclo solare 24, atteso dagli scienziati in prossimità della primavera del 2014.

Il giorno 8 novembre, inoltre, c’è stato un Solar flare measuring M1.7, alle 02:23 UTC. L’eruzione ha avuto luogo nella regione 1611 (N12E66).

L’evento iniziato alle 2:0, con un picco alle 2:23 è finito appunto alle 2:25 UTC. Si sono registrate emissioni radio di tipo II, tipici di questo fenomeno associato,  indicando che il flare è strettamente collegato con l’espulsione di massa coronale avvenuto poco prima. Il CME sul versante est non dovrebbe avere effetti geomagnetici di particolare interesse. Al momento ci sono 6 macchie solari nelle immagini stereo che comprendono nel disco i due gruppi numerati: Regione 1611 (N12E66) e 1612 (N06E71).

Fonti: http://www.meteoweb.eu/2012/11/sole-una-brillante-esplusione-di-massa-coronale-cme-scagliata-nello-spazio/162628/

http://www.sott.net/article/253306-M1-7-solar-flare-erupts-from-Region-1611-backsided-full-halo-CME-observed

ISS

ISS – La International Space Station, è visibile ad ogni suo passaggio anche ad occhio nudo, basta osservare il cielo più spesso e non credere che sia un UFO…anche se molti sono spesso incappati nell’inganno, senza sapere che esistesse la stazione spaziale. La ISS sta in orbita attorno alla Terra viaggiando a circa 400 km/h, percorrendo in una sola ora quelli che corrispondono a oltre 27mila km di suolo terrestre. L’oggetto è visibile nei cieli perchè illuminato dal sole che rifrange la luce sui grandi pannelli e soprattutto perchè è molto grande, quasi come un campo di calcio.

Su molti siti, di cui riporto i link a fondo pagina,  si possono trovare le tabelle orarie per poterla osservare da terra ad ogni suo passaggio, a seconda della zona, tabelle che forniscono i punti cardinali di dove sorge e tramonta; la sua traiettoria luminescente si potrà  vedere per alcuni minuti.

A facilitare questa osservazione  per molti appassionati astrofili, sarà proprio la NASA ad avvisare ogni volta con un messaggio. Il servizio attivato di recente dall’ente si chiama appunto “Spot the station”, che l’agenzia spaziale americana ha messo a disposizione dei cittadini. Con una semplice iscrizione sul sito http://spotthestation.nasa.gov/ , indicando la propria email e il luogo da cui si osserva, il paese e la città. Per l’Italia, non sono presenti tutte le provincie nell’elenco, ma si potrà scegliere la località più vicina. Effettuata la registrazione, si attenderà quindi che il sistema ci avvisi, con quache ora di anticipo, sul prossimo passaggio della ISS. Per ora il servizio di avviso con sms è attivo solo per gli operatori statunitensi.

Il prossimo passaggio sopra l’Italia è per l’11 Novembre alle 5:46 am ca.

Quindi mi raccomando, tutti col naso al’insù…

TABELLE ORARIE DI OSSERVAZIONE  

Anche su questo sito si può selezionare la propria località e avere le tabelle orarie dettagliate del passaggio..come ho fatto io per Genova.

Fonti: http://www.blitzquotidiano.it

Canada – L’anello di fuoco, il cosìdetto “Ring Of Fire” che si estende lungo tutta la linea di subduzione della faglia pacifica, continua a tremare, insieme al Guatemala, anche il Canada rivive oggi ore di paura e rischio tzunami. Il secondo terremoto in solo 10 giorni, è stato registrato dal USGS alle ore 2:02 UTC, al largo di Vancouver Island, a 16.6 di profondità ed epicentro a 271 km a ovest di Port Alberni. Al momento non giungono notizie di danni a cose o persone.

Link USGS

Guatemala – Si aggarava il bollettino dei danni e del numero di vittime salite a 39 in una sola notte. Vi sono ancora al meno 110 dispersi, 150 feriti. Un bilancio che ora dopo ora pare sia destinato a peggiorare. La scossa di ieri di M 7,5 si è protratta per al meno 30secondi, facendo tremare la terra con una forza paurosa, intere zone sono rimaste senza elettricità. Il paese era stato copito da un sisma di tale intesità nel 1976, provocando 25mila morti.

Lo studio pubblicato su Science porta nuovamente una firma italiana, quella di Marco Ajello con la sua ricerca sulla luce di fondo dello spazio profondo.
Ed è proprio il telescopio Fermi a cogliere la misura del tasso di sopravvivenza dei fotoni gamma che vengono prodotti dalle galassie più remote e quindi ad individuare la radiazione generata dalle antiche stelle.
I fotoni gamma di alta energia detengono un grado altissimo di penetrazione, per cui non possono essere riflessi poichè attraverserebbero ogni tipo di specchio. Solo una cosa riesce a fermarli, altri fotoni di un energia tale, che il loro incontro/scontro possa produrre altra energia pari al doppio del quadrato della massa di un elettrone…(phew…che difficile!)
In questo solo ed unico caso, distruggendosi a vicenda, si crea una coppia di particella-antiparticella, un elettrone e un positrone, trasformando quindi l’energia dei fotoni nella massa della coppia stessa di particelle. L’energia totale viene conservata sia prima che dopo questa trasformazione, chiamata appunto “assorbimento fotone-fotone”, ma questo effetto diminuisce il numero di fotoni gamma che i nostri strumenti possono percepire. A seconda della distanza questo assorbimento varia e le sorgenti più distanti saranno quelle che mostrano un assorbimento più importante. Secondo le leggi della fisica, il telescopio Fermi rivela i fotoni gamma che vengono distrutti da incontri con fotoni ottici e ultravioletti. Questo metodo permette di stimare indicativamente in maniera indiretta, la densità di fotoni ottici e ultravioletti, quelli che si sono creati grazie alle stelle attraverso diverse generazioni, dall’inizio dell’Universo, ancora difficilmente misurabile dalla scienza. Misurare l’effetto in raggi gamma non è certo semplice, nè può rivelarci, attraverso il cosìdetto “smangiamento dello spettro”,  ogni singolo astro.
Ma, il telescopio che porta il nome di un noto fisico e premio Nobel italiano, pare abbia già rivelato più di 1000 sorgenti extragalattiche, 150 galassie attive, ma a distanze cosmiche diverse, utili appunto per effettuare i test.
Marco Ajello, che pubblica oggi su Sciense Express, è un giovane ricercatore, laureato ben due volte in Italia, con alle spalle già un dottorato in Germania e che attualmente lavora negli USA  tra le università di Standford e Berkley.
Il suo lavoro di ricerca basato sul “impilamento” degli spettri ha funzionato, rivelando, appunto, che gli oggetti più vicini mostrano un assorbimento decisamente più modesto, rispetto agli oggetti più lontani con un assorbimento molto maggiore. Uno dei risultati più interessanti della ricerca, è che la densità di fotoni “killer” rilevata risulta essere intorno ai valori minimi ipotizzati fino ad ora e può essere utile per iniziare a porre dei limiti numerici alle stelle che si sono formate all’inizio dell’Universo, quelle che ancora i nostri strumenti non riescono a rivelare in maniera diretta, per cui per ora dovremmo accontentarci con orgoglio di avere un immagine  in negativo. E direi che non è poco!!  GUARDA IL VIDEO
M.C.L.

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Fonti:

http://www.media.inaf.it

http://www.free-italia.net/

India – Si aggiorna tristemente il bilancio delle vittime provocate dal ciclone Nilam, che sta battendo da giorni sulla zona sud orientale dell’India. In soli 3 giorni il numero delle vittime è più che raddoppiato, da 12 vittime di sabato scorso, alle 28 odierne. Passano le ore e il bollettino dei danni cresce assieme a quello di feriti e sfollati. Raccolti devastati dalle piogge incessanti, strade e ferrovie fuori uso. Accumuli pluviometrici che hanno superato i 250 mm e sfiorato in alcune zone i 350 mm. 1500 le abitazioni rase al suolo dai venti che viaggiano a 100 km/h, sprattutto nelle zone più colpite, ossia i distretti di Visakhapatnam, Godavari, Krishna, Guntur e Khamman.
Nelle ultime ore la stima degli sfollati è passat da 70mila a oltre 100mila. Sono stati allestiti campi di accoglienza siti nei luoghi più alti dal livello del mare e lontani dalla costa, dove le inondazioni stanno flagellando senza sosta.
Ratna Kumar, un componente delle squadre di soccorso riferisce: ““Molti decessi registrati nel fine settimana sono stati provocati dal crollo delle case o per annegamento”
Le operazioni di soccorso relative alla petroliera Pratibha Cauvery, arenatasi sabato al largo di Chennai, durante le quali un soccoritore aveva perso la vita, non hanno esiti positivi, infatti alcune persone dell’equipaggio, purtroppo, non sono state tratte in salvo in tempo.

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Chennai (ex Madras), 1 Novembre 2012. Mentre il resto del mondo sembrava incollato agli schermi a seguire gli esiti dell’urgano Sandy, sulle terre “a stelle strisce”, e tutti i media avevano gli obiettivi puntati su New York  City e zone limitrofe, nei giorni scorsi in India è passato Nilam, un ciclone di dimensioni paragonabili a Sandy, ma di cui nessuno, o quasi, parla o scrive.

Tamil Nadu

La prima regione che il ciclone ha investito è il Tamil Nadu, a sud est dell’India, dove il ciclone ha provocato piogge torrenziali, ingenti allagamenti, venti potentissimi e mareggiate che hanno causato più di 6 vittime e una decina di dispersi solo sulla costa. Centinaia le case e i villaggi distrutti.  Accumuli pluviometrici di 150 mm in meno di sei ore.

La petroliera Pratibha Cauvery è stata scaraventata verso la costa dai venti che hanno raggiunto i 100 km/h, arenandosi pericolosamente sul fondale sabbioso vicino alla costa della capitale Chennai. Le operazioni di salvataggio che si sono svolte durante la notte con elicotteri e altre imbarcazioni, hanno permesso di mettere in salvo 16 membri dell’equipaggio, ma 6 marinai risultano ancora dispersi, e uno dei soccorritori è morto affogato durante l’avvicinamento alla nave. Si contano gravi danni alla rete elettrica che è andata in black out, lasciando al buio alcune aree della città per diverse ore. Durante lo stato di allerta 282 scuole sono state messe preventivamente in sicurezza dalle autorità locali, e almeno 23 imbarcazioni trainate verso luoghi più riparati, dove non avrebbero rischiato di essere travolte dalle onde.

Andhra Pradesh

Nilam, il ciclone tropicale che ha colpito questa regione dell’India, ma non solo, anche la regione dell’Andhra Pradesh, più a nord est, dove per fortuna i danni che ha provocato sono meno gravi, dato che  la tempesta  è passata al largo della costa.  Il distretto di Nellore, per precauzione ha fatto evacuare 150mila persone. La zona di Pellukar ha registrato il suo record storico di precipitazioni, arrivate a 92,4 mm. Il ciclone pare non abbia ancora finito il suo balletto vorticoso, infatti sono ancora previste inondazioni e mareggiate.

L’attuale  bollettino riferito dalle autorità locali, pare sia destinato a salire, riporta  12 vittime in tutta l’India sud-orientale, il maggior numero delle quali lungo la costa, nei villaggi di pescatori. Nei centri abitati a maggior densità demografica le scuole e gli uffici rimarranno chiusi al meno per tre giorni.

In tutta la rete ho trovato solo alcuni (4 o 5) articoli o siti che ne parlassero…e questo, non è l’unico caso nella storia del “giornalismo da scoop”. Sarà mica che in America, i diritti e la vita dell’uomo e dei loro grandi edifici, hanno un valore diverso? Oppure è solo perché a New York ci sono più giornalisti, più telecamere? E’ successo così anche per Cuba e Haiti, colpiti dallo stesso uragano Sandy prima ancora delle coste USA, provocando altre 64 vittime, ma non fanno scoop, non fanno notizia, non fanno parte di una cartolina con uno skyline famoso o non sono state le mete più inflazionate di set cinematografici, certo. Beh, non posso che commentare con cinismo e  sarcasmo, lo stesso cinismo che oscura le notizie che portano più soldi e audience, rispetto alla vera cronaca internazionale.

M.C.