Guatemala – Sono al momento 15  le vittime del terremoto che oggi, alle 10.35 locali (le 16.35 in Italia) ha colpito il Guatemala, misurato in magnitudo 7.5 della Scala Richter. I danni più sensibili si sono registrati nella città di San Pedro Sacatepe, provincia di San Marcos, non lontano dal confine con il Messico. Il numero delle vittime però potrebbe aumentare, stando a quanto fanno sapere i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile.

Il sisma è stato localizzato con epicentro a circa 50 km a sud-ovest di Champerico, con ipocentro ad una profondità di 33 km, secondo quanto riferiscono fonti ufficiali dello US Geological Survey, ed è stata avvertita in buona parte dell’America Centrale, da Mexico City fino a San Salvador.

La BBC riferisce che non è stato diffuso alcun allarme tsunami, e che i danni alle infrastrutture non sarebbero gravi, ma nella regione di San Marcos viene mantenuto attivo lo stato di allerta e al momento vi sono notevoli difficoltà nelle comunicazioni. A scopo precauzionale, diversi quartieri di Città del Messico e di Guatemala City sono stati evacuati.

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Il sismologo e ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica Giancarlo Valensise ha spiegato che la zona in questione fa parte della placca di Cocos, che è subdotta rispetto alla placca dei Caraibi e a quella Nordamericana, e una parte di questa subduzione si estende appunto lungo la costa orientale del Pacifico, dall’Alaska al Cile, in corrispondenza alla zona dove solo pochi giorni fa, domenica 28 ottobre, si è verificata una scossa di magnitudo 7.7 con epicentro nel Canada Occidentale, con un piccolo maremoto alle Hawaii.ca e Vulcanologia, Giancarlo Valensise, è intervenuto commentando il fenomeno che ha colpito la regione medioamericana, definita una delle zone del pianeta a rischio sismico maggiore, in un’area compresa entro 250 km intorno all’epicentro del sisma. Negli ultimi 40 anni, secondo quanto dichiara Valensise, si sono verificate in questa zona oltre una cinquantina si scosse di magnitudo superiore a 6.0 Richter ma quella di oggi è stata la più forte in assoluto, almeno dal 1970. Solo in altre due circostanze, nel corso degli anni ’80 e ’90, si sono verificate scosse superiori a 7.0 gradi Richter, e comunque meno potenti di quella odierna.

“La scossa di oggi – riferisce il ricercatore dell’INGV – è stata abbastanza profonda tra 30 e 40 km, e ciò ha ridotto lo scuotimento in superficie, pur solo in modo parziale perché comunque s’è trattato di una forte scossa, ma la profondità ha azzerato la possibilità che si formasse uno tsunami perché i maremoti sono generati dallo spostamento del fondo marino, e se il terremoto è profondo, il fondo marino non si sposta quasi per niente”

Il Presidente Otto Pérez Molina, in una conferenza stampa, invita i cittadini a rimanere fuori nelle prossime 48 ore per possibili altre forti scosse di assestamento, l’istituto geofisico statunitense ha registrato un’altra scossa di magnitudo 5.0  attorno alle 22 ora italiana e di conseguenza le case molto danneggiate potrebbero crollare. Le zone più colpite del paese sono: Costa de Quetzaltenango, San Marcos, Retalhuleu, Sololá, Totonicapán, Parte sur de Quiche e Huehuetenango che attualmente sono senza elettricità.