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Alluvione-4Nessuna allerta diramata dal centro Arpal fino alle 23:50 circa della scorsa notte, solo degli avvisi. Sms che si ricevono solo se abbonati. Organizzazione assente, o davvero carente, dell’amministrazione comunale, che nella conferenza stampa, ne esce con informazioni frammentarie. I lavori si stanno facendo, i problemi sono le gare di appalto, che come sappiamo già da precedenti fatti, hanno tempi lunghissimi per essere vinte, accettate, esaminate e forse poi messe in atto. Oltre ai tempi, i costi. I finanziamenti che non arrivano e i pochi soldi che ha a disposizione il comune vengono spesi alla bella e meglio, nelle opere meno costose, nei “tapulli”, diciamo a Genova. Certo è che io sono mesi che guardo il letto del Torrente Bisagno e mi chiedo come mai ai margini ci sia una selva densa, certo non ci sono più lavatrici, motorini, mobilio vario, però anche le piante hanno la loro funzione…a volte utile, nel caso del contenimento di frane, a volte pericolosa, se intasano il letto di un Torrente, che dopo un’ora di pioggia si trasforma in un fiume in piena, in uno tzunami che arriva dai monti. Ma il problema non sono le piante, e nemmeno forse i tombini carichi dirumenta, foglgenova-alluvione-9-ottobre-2014-252671ie, e cicche di sigaretta, che qualche volontario ha disintasato qualche giorno fa, come se avesse sentito l’odore dell’acqua nell’aria; il problema è che questi fiumi, o torrenti liguri, il Bisagno in primis, il Fereggiano, lo Sturla, il Chiaravagna, etc, sono stati strozzati dal cemento, dalla speculazione edilizia che non si è fatta scrupoli negli ultimi 50 anni del disagio idrogeologico che esiste da sempre in questa regione. Da sempre l’uomo strozza la Natura e la Natura, prima o poi, bene o male, si rivolta. Gli enti conoscono benissimo la situazione, il vero problema è l’informazione, poi ci sono i soldi, l’economia, gli investimenti fatti a caso, come dare la precedenza a Expò 2015 (tra l’altro fatta con soldi  dalle mafie), invece che a finanziare le opere per togliere dal rischio di morte i cittadini italiani. Questo è raccapricciante, è triste, che nessuno, il sindaco e la sua giunta non stiano pubblicamente facendo pressione al governo, alla luce del sole, in modo che anche noi possiamo avere voce in capitolo, che nessuno si preoccupi della sicurezza in questo paese, nessuno dia voce a scienziati, a geologi, alle persone qualificate. Nessuno ha idea di cosa voglia dire agire per priorità mettendo in testa la vita delle persone, la qualità dell’aria che respiriamo, la qualità delle strade su cui facciamo camminare i n1937500_982313831798198_1206414744954831284_nostri figli, le persone anziane che si inciampano nei buchi sull’asfalto.Non ci sono i mezzi??? Eccome se ci sono!!! Il problema è che il completo che indossa la moglie di Renzi fa più notizia, e allora si parla di quello per 20 minuti nei telegiornali, invece di fare il punto della situazione idrogeologica a livello nazionale. Il problema è ben più vasto, e a quanto pare i modelli matematici dei meteorologi non servono più a molto; i fenomeni sono diventati così imprevedibili?

 

 

Non si può prevedere un terremoto, ok. Ma un “temporale autorigenerante” cosa è? Io non avevo mai sentito questo termine e non so come funzioni. Ecco un link dove viene spiegato abbastanza semplicemente: http://meteolive.leonardo.it/news/MeteoLive-school/18/cos-un-temporale-autorigenerante-/34476/

Sta di fatto che, come cita l’articolo linkato,  questa previsione del <<“cluster multicellulare con rigenerazione sopravvento”. In entrambi i casi ci troviamo dinnanzi alla stessa struttura temporalesca, molto temibile poichè spesso responsabile di alluvioni lampo e di nubifragi di particolare abbondanza e persistenza.>>, poteva portare a pensare i nostri amici dell’Arpal di diramare un Allerta1, per precauzione, dato che è un fenomeno di grande estensione ed imprevedibilmente pericoloso, e questo avrebbe tenuto la gente a casa, avrebbe smosso il comune a sollecitare misure di sicurezza più adeguate e tempestive e forse avrebbe salvato la vita che si è persa. Invece il Sindaco Marco Doria, nonostante gli avvisi, è andato al teatro tranquillo, finchè il telefono non ha iniziato a squillare, avvisandolo che quegli avvisi si erano trasformati in una nuova tragedia.

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Il punto sul clima:

Il motivo principale di questi eventi è la temperatura ancora alta dei mari che in autunno si scontra con l’aria fredda soprastante creando, in parole povere, condensa, energie che si accumulano anche livello elettromagnetico, creando nubi che si scontrano con forza e si rigenerano continuamente. Ora, posto che questo fenomeno a livello oceanico, ha provocato uragani come Sandy e altri tifoni devastanti degli ultimi anni, viene spontaneo dedurre che chi parla di surriscaldamento globale fuori controllo, non sia proprio uno stupido. A quanto pare l’Autunno è sempre esistito, i temporali forti autunnali anche. Come possiamo notare però, i fenomeni si stanno rinforzando e non sono più analizzabili dai normali modelli utilizzati dai centri meteo, non c’è modello matematico che possa prevedere un innalzamento delle temperature mai toccato da quando esistono questi strumenti?

L’equilibrio climatico è delicatissimo, basta un innalzamento di un solo grado della media stagionale delle acque marine per scatenare questo putiferio. Un solo grado celsius basta a scombinare ogni previsione, a destabilizzare i cicli acqua/aria nell’atmosfera e le correnti. Quindi gli errori più grandi sono già stati fatti dall’Uomo, che incurante, continua ad “utilizzare” il pianeta come fosse usa&getta, ora bisogna aprire gli occhi davanti ad una realtà che non si può più nascondere, è davanti a tutti. Quindi, oltre a demonizzaare le amministrazioni locali, lo stato, giustamente perché potrebbero fare molto di più, iniziamo a darci una regolata, ad amare il nostro ambiente, perché, volenti o nolenti, è l’unico che abbiamo.

 

 

Da circa due anni gli scienziati di Esa-Nasa-Asi studiano il pianeta attraverso la sonda Cassini, il vero gioiello che ha riservato loro l’onore di scoprire una zona dell’emisfero nord, sulla quale imperversa una vera e propria tempesta al livello dell’alta atmosfera. La scoperta di questo fenomeno è stata condivisa e osservata  non solo dalla sonda Cassini, ma anche da alcuni dei migliori osservatori astronomici della Terra come il Very Large Teloscope dell’ESO in Cile e l’Infrared Telescope Facility della Nasa, situato in cima al vulcano Manua Kea alle Hawaii.

La prima osservazione ha inizio nell’inverno boreale terrestre del 2010, per esattezza il 5 Dicembre, quando su Saturno, dove un anno equivale a 30 dei nostri e le stagioni si susseguono a ritmi molto più lenti, era ancora primavera.
Il periodo in cui gli scienziati attedevano possibili tempeste era previsto per il 2017, quando avviene il solstizio saturnino, e invece, proprio quel giorno di due anni fa, gli studiosi si sono soffermati accorgendosi che sull’emisfero nord si stava scatenando una grandiosa burrasca, battezzata appunto “la grande tempesta di primavera”  o “la grande tempesta del nord”,  un fenomeno titanico in cui si sono formati vortici di  dimensioni che, all’apice dell’ intensità, hanno superato quelle della grande macchia rossa di Giove. Vortici al cui interno si producono fulmini diecimila volte più potenti di quelli terrestri e si creano forze elettromagnetiche estreme. Secondo le previsioni la tempesta si sarebbe dovuta placare gradualmente attorno al 2013, diminuendo di intensità, ma i nuovi dati raccolti smentiscono ogni calcolo precedente.

Leigh Fletcher, dell’Università di Oxford, si dichiara allibito: «È qualcosa che non s’era mai visto prima. Mai, in nessun pianeta del Sistema solare». Il fenomeno ha lasciato il team con gli occhi incollati su Saturno, studiando le conseguenze che l’evento crea nell’alta atmosfera, effetti che fanno nascere ancora molti interrogativi. Il passo sucessivo della ricerca, richiede una vista ad infrarossi, di cui solamente l’occhio  o “strumento Cirs” della sonda Cassini è dotato, col quale si potrà ottenere uno spettro accurato delle temperature raggiunte all’interno della tempesta, e attraverso il quale, soprattutto, si potrà finalmete  esaminare la composizione chimica del pianeta.

I risultati ottenuti dal Cirs hanno appunto dell’incredibile, le risposte hanno lasciato la comunità scientifica a bocca aperta per i parametri riscontrati. Le pervisioni non corrispondono ai dati raccolti dallo spettrometro a infrarossi, poichè i picchi reali di temperatura raggiunta dal vortice sono al meno di 83 gradi maggiori rispetto ai calcoli e rispetto alla vicina atmosfera ai margini del fenomeno. Inoltre sono state riscontrate altissime concentrazioni di etilene e acetilene, che rimangono isolate dall’ambiente circostante da barriere create da costanti venti circolatori in senso orario, con enormi differenze chimico-fisiche tra l’interno del fenomeno e il resto della atmosfera.

«Il  picco di temperatura è così estremo da non crederci, soprattutto in questa regione dell’atmosfera di Saturno, che è tipicamente molto stabile», dichiara Brigette Hesman, della University of Maryland. «Per avere sulla Terra un’escursione termica analoga, dovremmo passare dal pieno inverno di Fairbanks, in Alaska, alla piena estate del deserto del Mojave».

L’etilene, inoltre, è disponibile sulla Terra sia da fonti artificiali che naturali, è un gas inodore e incolore, ma è assolutamente anomalo per Saturno.  La stranezza che sta tenendo in allerta gli scienziati è  proprio la quantità di questo gas all’interno del mega vortice,  che risulterebbe superiore alle 100 unità ritenute possibili per il pianeta.

Quale possa essere l’orgine e la causa di tutto questo è ciò che il team di studiosi ancora si sta chiedendo, ma di sicuro hanno escluso la possibilità che il gas provenga da un riserva presente negli strati più bassi dell’atmosfera di Saturno.

«Mai prima d’ora ci eravamo imbattuti nell’etilene su Saturno, dunque è stata una vera sorpresa», questa l’ammissione del responsabile dello strumento CIRS, Michael Flasar, del Goddard Space Flight Center della NASA.

Il grande lavoro degli scienziati è solo all’inizio. I primi dati raccolti hanno già fatto scalpore nell’ambiente accademico e le notizie si sono divulgate con articoli pubblicati sul sito e nota rivista scientifica Icarus (vedi fonti) e il 20 Novembre 2012 ne uscirà un altro su ApJ – the Astronomical Journal (vedi link).

I grandi uomini  e donne che sono al lavoro e a capo del team di ricerca sono già in fibrillazione in vista del periodo di apice della tempesta previsto per il 2017, quando la sonda Cassini, sarà l’occhio puntato sul fenomeno, “lo strumento giusto al posto giusto nel momento giusto”, in viaggio sulla atmosfera del pianeta con gli anelli, il più affascinate del nostro sistema solare. La sonda Cassini, che proprio quest’anno compie 15 anni dal lancio, ci regalerà risposte nuove sullo splendido interrogativo che è il nostro Universo.

di Micaela Luna Celani

Fonti: http://www.media.inaf.it/2012/10/26/tempesta-saturno-cassini/

Link:

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0019103512003430

http://iopscience.iop.org/0004-637X