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IN FLORIDA C’E’ UN CASTELLO CHE…

Veduta aerea di Coral Castle

I segreti di Coral Castle, luogo di sorprendente bellezza che nasconde molti misteri rimasti insoluti

Un luogo fra i più strani e bizzarri al mondo. Si trova a poca distanza da Miami sulla Nazionale 27 arrivando da nord, proseguendo lungo la 157a Avenue. Bisogna davvero vederlo con i propri occhi per credere che sia vero. E’ stato costruito fra il 1920 e il 1940 su un’area di quattro ettari, non da un’impresa edile di quelle che realizzano grandi opere, non da operai con strumenti di alta precisione, ma incredibilmente da un uomo solo. Questo è uno dei primi misteri che avvolgono il posto: come è stato possibile? Di certo è spiegabile il perché: il motivo più antico e nobile, per amore.

L’autore di tutto questo si chiamava Edward Leedskalnin, un piccolo uomo (pesava circa 50 Kg ed era alto solo un metro e cinquantadue centimetri) nato a Stramereens Pogosta, un piccolo villaggio vicino a Riga, in Lettonia, nel 1887. Da giovane Ed si è innamorato di una ragazza, che chiamava solo “la mia dolce sedicenne”, la quale non ha mai voluto ricambiare tale sentimento, abbandonandolo il giorno in cui avrebbero dovuto sposarsi, così, deluso e sconsolato, ma tutt’altro che rassegnato, a 26 anni inizia a viaggiare per trovare un luogo dove avrebbe dimostrato alla propria amata la grandezza del suo amore. Visita quasi tutta l’Europa, il Canada, poi arriva negli Stati Uniti, in Florida, e decide che lì sarebbe sorto

Ed posa all'interno del castello

il monumento che gli avrebbe fatto riconquistare l’amore perduto. Memore dei grandi monumenti del passato, costruiti in nome dell’amore (il Taj-Mahal in India voluto dal re Shah-Jahan per la moglie Mumtaz-Mahal; i giardini pensili di Babilonia fatti erigere da Nabucodonosor per la consorte; il castello di Chenonceau sulla Loira dedicato a Diane de Poitiers da Enrico II; o ancora il meraviglioso Hammam di Istanbul che Suleiman il Magnifico fa costruire per Roxelana) Edward inizia un’impresa che ha del miracoloso, ma purtroppo rimase deluso anche in questo, poiché, quando l’opera fu completata, la “dolce sedicenne” Agnes Skuvst non andò mai a vederla semplicemente perché non interessata, ed Edward morì in solitudine nel 1952.

Quando era impegnato nei lavori, che effettuava prevalentemente di notte, si potevano scorgere strani bagliori e lampi, e udire flebili suoni o vibrazioni. Di giorno, se qualcuno andava a trovarlo o solo a curiosare, Ed smetteva finché i visitatori non andavano via. Ma come è stato possibile, per il gracile Edwad, modellare, sollevare e spostare da solo blocchi di pietra pesanti fino a 30 tonnellate? Si resta senza parole ammirando il modello in scala del sistema solare, con Saturno, del peso di circa 20 tonnellate, posto ad una certa altezza e su un muro largo meno di un metro, oppure la poltrona a dondolo da 10 quintali, o la Fontana della Luna che rappresenta le fasi lunari, con i quarti di luna che pesano circa 18 tonnellate, e la luna piena che ne pesa 23…E che dire dell’obelisco alto più di 8 metri che si aggira intorno alle 30 tonnellate. E non è tutto:  all’interno del “castello” si trova la stanza nuziale, quelle dei giochi per i bambini, e altri ambienti da sogno.

Uno degli strumenti usati da Leedskalnin

Nelle poche dichiarazioni rilasciate, Edward ha fatto riferimento a conoscenze in possesso di pochi, parlando anche degli stessi metodi usati per la costruzione delle piramidi, ma niente di più uscì mai dalla sua bocca, e i segreti di Coral Castle giacciono con lui. Si sa solo che era un iniziato a culti misterici, e con amicizie molto particolari.

Ha comunque realizzato qualcosa di decisamente unico al mondo, con una pianta geometrica che richiama motivi sacri, utilizzando macchinari rudimentali basati sulle forze della Natura che i moderni scienziati riescono a malapena a comprendere perché probabilmente l’approccio è fatto dal punto di vista della tecnica moderna. Apparentemente si possono osservare bottiglie avvolte in filamenti di rame come solenoidi, travi di legno e pali telefonici che formano un argano, altri aggeggi in metallo e alcuni scarti di strumenti che restano incomprensibili.

Perché proprio in Florida? E’ qui che Edward trova un particolare tipo di pietra, dal colore blu-argenteo con affascinanti riflessi, e di particolare robustezza, chiamata Coral Stone.

Non pochi ipotizzano che Edward avesse trovato, nella misteriosa scatola di metallo posta sulla sommità degli strumenti utilizzati, il segreto dei segreti: come manipolare la gravità terrestre. Fra i pochi resti e progetti rimasti, si deduce che Edward abbia compiuto calcoli astronomici di estrema complessità, fra i quali il diagramma della esatta orbita terrestre intorno al sole, ricavato dalle osservazioni effettuate con un telescopio di pietra da 30 tonnellate. Sono oltremodo chiare le analogie con costruzioni realizzate in altri angoli del mondo, come gli edifici della piana di Giza in Egitto, o le piramidi Maya nello Yucatan, o ancora le costruzioni Inca in Perù, ma in quel caso sono stati utilizzate migliaia di schiavi, mentre Coral Castle è stato edificato da un uomo solo.

Che suggerimenti o deduzioni si possono trarre dalle poche dichiarazioni di Edward, come “La materia è formata da magneti individuali in movimento, ed è proprio il movimento di questi magneti nella materia attraverso lo spazio a produrre fenomeni come il magnetismo o l’elettricità…”? D’accordo, ma non è sufficiente il gioco che tutti abbiamo fatto da bambini a scuola, avvicinando i poli dello stesso segno di due calamite…Eppure è celato in queste poche parole il segreto del controllo del magnetismo e della gravità: il principio secondo cui la materia ha delle proprietà magnetiche e che basta avvolgerla con del filo di rame e mandare il giusto impulso radio con la giusta frequenza per annullare la sua gravità. Un impulso che potrebbe partire da una piccola stazione radio, che secondo molti era nascosta nella scatola sopra il tripode usato da Ed, e che veniva utilizzata con una determinata sintonia con quella che era definita la “Repentance Corner”, un vano progettato per mettere in punizione i bambini ma che, data la posizione anomala rispetto alla pianta generale del complesso, suggerisce un utilizzo diverso, con fessure e intagli particolari che potrebbero essere stati usati per determinare le frequenze radio e spostare i blocchi di pietra.

Il cancello da 9 tonnellate

Anche il grande cancello, e il suo funzionamento, costituiscono un mistero: 9 tonnellate di pietra che si aprono con la pressione di un dito. All’interno della pietra, infatti, c’è un foro della lunghezza di quasi tre metri in cui passa l’asse portante della struttura, ma con precisione talmente millimetrica che oggi è possibile riprodurre solamente con l’uso di un raggio laser. Dalla parte esattamente opposta, all’interno, stesso discorso per un cancello di forma triangolare del peso di circa 3 tonnellate. E inoltre, la torretta al lato dell’entrata principale ha un peso complessivo di oltre 240 tonnellate.

Conoscenze esoteriche? Levitazione sonica e vibrazioni sonore? Poteri soprannaturali? Nessuno sa spiegarlo. Certo è documentato che alcuni monaci tibetani sono capaci si sollevare e frantumare grandi blocchi di pietra con un suono prodotto da tamburi di particolare fattura o trombe lunghe tre metri. La forza di gravità attirerebbe cariche elettriche o elettrostatiche positive mentre respingerebbe quelle negative per ragioni ancora inspiegabili, quindi, se si raggiungesse il controllo di queste cariche negative si potrebbe regolarne a piacimento la direzione, la velocità, la durata, l’intensità, la frequenza e così via. Siamo però nel campo della pura scienza del condizionale e non riconosciuta da quella ufficiale…anche se questo non è un motivo sufficiente per negarne l’esistenza.

Le conoscenze di Ed Leedskalnin hanno diversi riferimenti con le teorie propugnate da personaggi celebri ma che la scienza ufficiale ha sempre considerato poco credibili. Fra essi John Worrel Keely, che nella seconda metà dell’800 ha inventato una serie di macchinari per sollevare pesanti oggetti e frantumare la pietra, basati sul suono di strumenti musicali propagato attraverso un filo metallico. Noti scienziati come Jules Verne e Thomas Edison hanno assistito agli esperimenti di Keely, con tanta ammirazione che furono suoi sostenitori presso alcuni finanzieri dell’epoca, i quali si convinsero a fondare la Motor Keely, azienda costruttrice di motori e macchinari vari. Keely, come Leedskalnin, si è sempre rifiutato di fornire spiegazioni plausibili alle sue teorie, fino ad entrare in contrasto con i propri finanziatori e a morire in solitudine.

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Anche la famosa Madame Blawatsky parla di Keely e delle sue “magie”, dicendo che gli era stato dato il dono di superare un limite fino ad allora invalicabile, ma Keely stesso sarebbe rimasto segnato dalla sua scoperta, una forza che gli derivava da Atlantide chiamata Mash-Mak. E’ altresì provato che alcuni edifici particolari, fra cui la grande piramide di Giza e gli monoliti di Carnac, emettono vibrazioni a bassa frequenza, e che a Stonehenge si è registrata la amplificazione di suoni, come a Tihauanaco, in Bolivia, dove su alcune colonne sono incisi segni che inequivocabilmente raffigurano il diapason. Presso la Piramide del Mago, a Uxmal, la sommità riproduce un suono simile ad un cinguettio, e a Chicen Itza, famosa città Maya nello Yucatan, in certi punti l’eco viene riflesso da un angolo all’altro con sorprendente chiarezza ma senza apparente spiegazione.

Tornando a Coral Castle, fra le amicizie di Edward Leedskalnin a cui si è accennato, va menzionato il famoso scienziato

Nikolai Tesla

Nikolai Tesla, con il quale aveva in comune una decisa avversione verso i dogmi della scienza ufficiale. E’ noto che i due hanno passato molto tempo in misteriosi esperimenti, la cui natura non è mai stata chiarita. Tesla, nato nel 1856 in Croazia, è considerato uno dei più brillanti quanto contestati scienziati del Novecento. Le sue scoperte sono numerose e fondamentali (insieme ad un buon numero di fallimenti): la corrente alternata, il primo impianto funzionante ad energia idroelettrica, numerosi test basati sulla sismologia e la fluorescenza, e c’è chi gli attribuisce l’invenzione della radio. Anche Tesla, come Edward Leedskalnin e John Keely, muore dimenticato e in solitudine nel gennaio 1943, ma del suo lavoro si è appropriata la FBI catalogandolo “Top Secret”.

La cosa che più desta meraviglia è comunque che Edward aveva costruito il castello nei pressi di Florida City, e solo dopo ha deciso di smantellarlo e ricostruirlo nelle vicinanze di Homestead. Come ha potuto farlo se nemmeno la forza dell’uragano “Andrew” ha smosso una sola delle pietre di Coral Castle mentre i dintorni parevano essere stati il luogo di una guerra a colpi di artiglierie e bombardamenti aerei?

La chiave di tutto sembra essere proprio in quest’ultimo episodio. C’è chi sostiene che lo strumento potrebbero essere le griglie del campo magnetico terrestre, una delle quali passa proprio fra Florida City e Homestead. Certo, è pura teoria, ma soprattutto resta un interrogativo: anche se Ed Leedskalnin avesse avuto conoscenze di tal genere, come ha potuto renderle in pratica, e specialmente da solo?

Due anni fa or sono, era Novembre e a Genova si teneva il Festival della Scienza. Oramai i media pullulavano di speculazioni su una supposta “fine del mondo” prevedibile per il 2012. Le ipotesi più variegate si sono susseguite, libri di autori che in realtà sono presentatori televisivi, da Roberto Giacobbo di “Voyager”  ad Alessandro Cecchi Paone, per non citare persone ben più degne di nota scientifica e professionale o altri fantasticatori che hanno avuto modo di pubblicare facilmente, dato l’argomento di interesse pubblico. Ma quali sono i fondamenti su cui questi autori si stanno basando, quali sono  le fonti storiche e scientifiche su cui poter speculare e su cui invece poter divulgare informazioni plausibili, magari più meritevoli di riflessione?

In questa categoria vorrei proporre approfondimenti di ordine storico e scientifico, per quanto nelle mie possibilità. Analizzerò tutto ciò che ho raccolto attraverso la rete, con mente scettica ed aperta allo stesso tempo, senza però lasciarmi fuorviare. I miei acerbi studi di archeologia e  le mie basi di astronomia, faranno da ammortizzatori ad un punto di vista che denota la mia indole sognatrice, e le scoperte scientifiche di cui potrò disporre, faranno da perno e da confronto ad ogni riflessione.

Mi avvarrò della collaborazione di archeologi, scienziati, giornalisti e storici per poter proporre un’informazione il più completa possibile.

Oggi i segni di uno sconvolgimento planetario non sono imminenti, ma si possono vedere sugli schermi, ad ogni edizione di telegiornale. Quel novembre 2009 mi recai insieme al mio collaboratore, il giornalista e scrittore storico, Roberto Roggero, all’Osservatorio del Righi, ai piedi del Forte Sperone, uno dei sette forti sulle colline sopra la città di Genova. I telescopi dell’osservatorio erano di libero accesso al pubblico variegato, tra bambini e anziani e giovani assetati di conoscenza. La visione di Andromeda, di Giove, che brillava fulgido nei cieli già da tutta l’estate, è stata un’esperienza da togliere il fiato. L’incontro si è chiuso con una presentazione tenuta dal noto astronomo e responsabile dell’osservatorio, Walter Riva, che raccontava attraverso proiezioni di immagini,  come le macchie solari fossero state parte della ricerca del grande Galileo Galilei, che per primo aveva osservato. Le domande erano aperte e si è venuto a creare un bel dibattito tra pubblico ed esperti. Verso la fine della serata, purtroppo, si è aperto il curioso discorso sulla possibile “fine del mondo”, ed io non mi sono lasciata scappare l’occasione: “Ne vediamo di tutti i colori dalla rete ai programmi tv, da Nibiru, a grandi asteroidi in collisione con la terra, allineamenti di pianeti, e il sole che potrebbe abbrustolirci da un momento all’altro…mi scusi, secondo lei, quale di queste tante ipotesi è la più veritiera, quale è appoggiata da studi scientifici verificabili???”

Punto per punto, abbiamo dissezionato insieme le domande tra vero e falso.

  • Nibiru, e le foto che girano in rete sono assolutamente dei falsi; se esistesse un pianeta di tali dimensioni, dopo svariate ed accurate spedizioni spaziali, osservazioni con telescopi ad alta definizione in orbita ad anni luce attorno al sistema solare…beh, se ci fosse, si sarebbe visto o quanto meno, si sarebbero osservate anomalie a livello gravitazionale, che non ci sono state e non ci sono.
  • L’asteroide Aphosis 2004 MN4? Anche riguardo a questo è tutto esagerato, vi sono più possibilità di vincere al super.enalotto che questo asteroide si possa schiantare o anche solo sfiorare l’orbita terrestre. L’allarme del suo impatto nel 2009, tra l’altro, è stato breve ed è rientrato già da due anni. L’asteroide rimane sotto osservazione costante, identificato come di Livello 1, e se ne riparlerà tra qualche anno, perchè nel 2036 potrebbe riavvicinarsi alla terra.
  • I Maya?  Beh questo popolo, come altri nell’antichiìta (vedi i Sumeri), erano dei geni del calcolo astronomico, seguivano con una perfezione inpressionate le orbite di Venere, Luna e Sole, conoscevano la precessione degli equinozi e avevano un calendario che poteva essere utilizzato per circa 26mila anni….si, fino al 2012…si, il loro calendario finisce con il coincidere del solstizio di inverno del 2012. Questo però, non ci da prova di una fine del tempo, del pianeta, dell’umanità. Non vi sono prove epigrafiche, che possano indicarci con precisione una “fine”. Finisce un calendario che per quanto ne sappiamo noi, essendo ad andamento circolare, potrebbe rappresentare solo dei cicli, e per questo essere riutilizzato, ripartendo dall’inizio. Chiude solo un ciclo astronomico.

I maya però si possono ricollegare all’attività solare.

Infatti conoscevano molto bene i cicli di inattività e attività, delle eruzioni solari. Il pianeta terra è da sempre soggetto ai così detti “flair” solari, ossia delle eruzioni talmente forti, da irradiarsi potentemente addosso ai pianeti vicini, colpendone e mettendo a dura prova il loro campo elettromagnetico. In passato vi sono già stati casi di tempeste solari, ma gli effetti sono stati poco visibili agli occhi dell’umanità, se non sotto forma di black out estesi a vaste zone del pianeta (1965 Canada e Stati uniti: 30milioni di persone rimaste al buio). Oggi non potremmo fare a meno dei dispositivi elettronici, le comunicazioni salterebbero, tutto si fermerebbe, senza elettricità. Bisogna dire però che questa è l’ipotesi più accreditabile tra tutte. Il sole ha un ritmo “sonno-veglia” di 11 anni, cicli in cui l’attività magnetica, ossia il motore della nostra stella, cambia a seconda delle eruzioni e delle macchie solari osservabili. L’iperbole di attività solare che avviene durante questi 11 anni, ha un suo picco durante il quale vi sono brillamenti ed espulsione di massa coronale, con il conseguente aumento delle aurore boreali visibili da noi terrestri,m normalmente nelle zone artiche. Bisogna dire quindi, che in effetti, il 2012 potrebbe proprio coincidere con quel picco di attività, di cui l’aumento sarà già riscontrabile nel 2011……

Nel prossimo approfondimento, tratterò dei comunicati NASA che si son susseguiti riguardo alle tempeste solari che pare, in maniera leggera, si stanno già riversando sul nostro pianeta, indebolendone il già malconcio, campo magnetico naturale.