Tag Archive: Micaela Luna Celani


Fare Musica, un progetto musicale tutto genovese 

Genova – Gli appassionati non si sono lasciati scappare questo evento, sabato 13 gennaio, affollando fino al tutto esaurito la Sala Teatro Carignano, gremita per l’iniziativa promossa dalla Associazione genovese Fare Musica, che nella cornice dello storico teatro ha coinvolto attivamente il pubblico con le esibizioni del coro Spirituals & Folk e della band JTEX – Joshua Tree Experience che, in un crescendo di ritmo, ha incendiato la platea.

https://youtu.be/lLOmZnhIOq8

FareMusica‘ continua quindi ad elaborare nuove proposte e progetti musicali, lottando in una città che sembra talvolta sorda ed ostica nel valorizzare, oltre agli ottimi musicisti del panorama genovese e ligure, ospiti di richiamo nazionale ed altri che hanno fatto il giro del mondo collaborando con artisti di primo livello.

 

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Il coro ‘Spitiruals & Folk‘, nasce nel 1994 e dopo molti anni di attività, conta attualmente 25 elementi a quattro voci miste, vantando un repertorio che va dai canti tradizionali Spiritual e Gospel, adattati senza alterarne l’originalità, arricchendosi inoltre di riuscite elaborazioni sperimentali riproponendo anche famosi pezzi del pop, del rock e di famosi musical come ‘Hair’ o ‘Jesus Christ Superstar’, sempre alla ricerca di nuove forme di espressione, che mantengano vivo e vitale l’interesse di chi canta e di chi ascolta.

 

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La band genovese ‘JT-EX‘ è composta da Gianmarco Farné (voce, Sheldon & the Rollin’Cats), Alessio Fistarol (batteria, Funkasso), Alberto Augugliaro (chitarra, Vico Road) e Marco Lauci (basso, Vico Road), ovvero ‘The Joshua Tree Experience‘, e si può annoverare l’onore di aver presentato per la prima volta sabato sera,  dopo la  prima versione di Bono &Co, la celebre “Where the streets have no name” insieme ad un coro (di cui a breve avremo il video completo). In seguito alle numerose prove nella nota saletta del CDM (Città della Musica), il risultato di fusione delle voci agli assoli di Farnè e agli strumenti della band, è stato davvero estimabile e piacevole; il pezzo in sé, anche attraverso la sperimentazione dei musicisti, è stato valorizzato con rispetto, essendo una delle canzoni più belle e conosciute dello storico album degli U2, che la band rappresenta senza ostentare copiature, ma liberando la propria originalità e stile. Insieme a Fare Musica e il coro Spirituals & Folk, diretto dalla bravissima e sorridente italo-australiana Nina Taranto, la JT-EX ha voluto mettere in scena uno spettacolo particolarmente ambizioso e unico nel suo genere, riuscendo pienamente nell’intento.

Ai prossimi appuntamenti musicali;)

M.L.C.

Link:

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https://www.facebook.com/Spiritualsandfolk/

Vediamo come enti scientifici e di rispetto come la NASA e il NOAA possano convincere chi ancora si definisce “scettico” rispetto all’attuale stato climatico del nostro pianeta, con alcuni dati verificati e attendibili.

Questo grafico, basato sul confronto di campioni atmosferici contenuti nei nuclei di ghiaccio e su misurazioni più recenti, fornisce prove di come la CO2 atmosferica sia aumentata dalla Rivoluzione Industriale ad oggi. (Dati del nucleo glaciale di Vostok / J. Petri et al., NOAA Mauna Loa record di CO2.)

Le prove: come sappiamo che il cambiamento climatico è reale?

Il clima della Terra è cambiato molte volte durante la storia. Si pensi che negli ultimi 650.000 anni ci sono stati sette cicli di avanzamento e di ritiro glaciale, con la brusca fine dell’ultima era glaciale circa 7.000 anni fa, che segnò l’inizio dell’era moderna del clima e della civiltà umana. La maggior parte di questi cambiamenti climatici sono attribuibili a piccole variazioni nell’orbita terrestre che modificano la quantità di energia solare che il nostro pianeta riceve.

L’attuale trend di surriscaldamento assume però un significato particolare, in quanto al 95% è il risultato della attività umana, sin dalla metà del 20° secolo, e procede ad un ritmo esponenziale senza precedenti ormai da decenni.

I satelliti che orbitano attorno alla Terra e altre tecnologie avanzate, hanno permesso agli scienziati di avere una visione di insieme sempre più precisa, raccogliendo un’ampia varietà di informazioni sul nostro pianeta e sul suo clima in scala globale. Questo insieme di dati raccolti durante molti anni, rivela i segnali di un inconfondibile cambiamento climatico.

E’ stato ampiamente dimostrato, già nella metà del 19° secolo, come l’anidride carbonica abbia la tendenza naturale di intrappolare il calore e gli altri gas, la cui capacità è quella di influenzare e attutire il trasferimento dei raggi infrarossi attraverso l’atmosfera, rendendo questa scoperta la base scientifica di molti strumenti utilizzati dalla NASA. Di conseguenza, non c’è dubbio che l’aumento dei livelli di gas serra provochi un riscaldamento della Terra.

I nuclei di ghiaccio analizzati provenienti dalla Groenlandia, dall’Antartide e dai ghiacciai delle montagne tropicali, mostrano che il clima della Terra risponde ai cambiamenti attraverso livelli di gas serra, trovati in varie concentrazioni nei campioni dei carotaggi. Antiche prove di queste variazioni sono state trovate anche negli anelli degli alberi (dendrologia), nei sedimenti degli oceani, nelle barriere coralline e negli strati di sedimenti rocciosi. Questa prova, antica o del paleoclima, rivela che il riscaldamento attuale sta avvenendo circa dieci volte più velocemente rispetto al tasso medio di recupero che avvenne nei periodi successivi alle grandi Ere Glaciali.

LA PROVA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO E’ CONVINCENTE, PERCHE’

  • La temperatura globale aumenta: la temperatura media della superficie del pianeta è aumentata di circa 2,0 gradi Fahrenheit (1,1 gradi Celsius) dalla fine del XIX secolo, un cambiamento che è stato determinato in gran parte dall’aumento dell’anidride carbonica e da altre emissioni prodotte dall’uomo nell’atmosfera. L’ impennata del riscaldamento si è verificato solamente negli ultimi 35 Anni, con il 2016 e 2017 come anni più caldi registrati dal 2001. Non solo è stato il 2016 l’anno di caldo record, ma otto dei dodici mesi che compongono l’anno – da gennaio a settembre, ad eccezione di giugno – sono stati i più caldi nei record per i singoli mesi.

  • Gli Oceani si stanno riscaldando: gli oceani hanno assorbito gran parte di questo aumento di calore, i primi 700 metri dalla superficie dell’oceano presentano un aumento si 0.302 gradi Fahrenheit dal 1969. **Secondo uno studio dell’International Union for Conservation of Nature (Iucn), probabilmente si registrerà un aumento nella temperatura media globale degli oceani di 1-4 gradi centigradi entro il 2100. Il riscaldamento più intenso a livello globale si sta verificando nell’emisfero meridionale, con l’accumulo di un forte calore nelle regioni alle medie latitudini dell’oceano Indiano e Pacifico.

  • Contrazione degli strati di ghiaccio: gli strati di ghiaccio della Groenlandia e dell’Antartide sono diminuiti in massa. Dati provenienti dal progetto della NASA Gravity Recovery and Climate Experiment dimostrano come la Groenlandia abbia perso da 150 a 250 kilometri cubi di ghiaccio all’anno, tra il 2002 e il 2006, mentre l’Antartide ne abbia persi circa 125 km3, tra il 2002 e il 2005.

  • Ritiro dei ghiacciai: i ghiacciai si stanno ritirando praticamente ovunque sul Pianeta Terra, questo processa non sta escludendo le Alpi (Europa), la catena dell’Himalaya (Asia), delle Ande (America Latina), le Rocky Mountains (USA), i ghiacciai in Alaska e in Africa.

  • Il livello dei mari si alza: globalmente il livello del mare si è innalzato mediamente di 20/40 cm nel corso degli ultimi 100 anni. Il tasso di innalzamento durante l’ultimo ventennio, tuttavia, è raddoppiato, *arrivando ad 1mt in molte zone del pianeta e sommergendo intere isole nel Pacifico, di cui alcune abitate; questo fenomeno ha causato un’immigrazione di massa verso le città sulla terra ferma, generando i primi “migranti del cambiamento climatico” del nostro secolo. Fenomeno che ha causato inoltre migliaia di morti in zone come le Filippine o il Bangladesh, dove, purtroppo, molti bambini e anziani sono affogati.

  • Eventi estremi: il numero di eventi che hanno presentato alte temperature negli Stati Uniti è in aumento, mentre il numero di eventi record con basse temperature è diminuito, dal 1950; assistendo inoltre ad un numero crescente di pioggie intense e conseguenti alluvioni. *Nel resto del mondo si evidenziano monsoni con intensità decisamente aumentata e durata estesa a giorni di pioggia incessante e venti oltre i 100km/h. Uragani e tornado aumentati in numero e intensità anche in zone come l’Europa, dove non sono fenomeni comuni. Dove non sono aumentate le pioggie, vediamo l’altra faccia della medaglia, ossia la siccità che sta sconvolgendo a livello mondiale le aree adibita alla agricoltura intensiva, portando alla perdita o al ritardo dei raccolti, spesso rovinati o ridotti nel rendimento.

  • Acidificazione degli Oceani: fin dall’inizio della Rivoluzione Industriale, l’acidità delle acque di superficie degli Oceani è aumentata del 30%. Questo aumento è il chiaro risultato proporzionale alle maggiori emissioni dell’umanità di Co2 attraverso la combustione degli idrocarburi nell’atmosfera, che sono assorbite dagli Oceani. L’ammontare di questo assorbimento degli strati superiori dei mari sta aumentando di circa 2 miliardi di tonnellate all’anno.

In questa parte abbiamo analizzato le Prove, in un prossimo articolo approfondiremo le Cause, gli Effetti e le possibili Soluzioni.

Grazie

M.C.

Fonti: https://climate.nasa.gov/

**https://www.galileonet.it/2016/09/riscaldamento-globale-quasi-calore-finisce-negli-oceani/

*note personali di M.C.

 

 

Da molti decenni numerosi scienziati asseriscono che l’attività umana stia spingendo la vita sul nostro pianeta oltre il punto di non ritorno. Nella storia della Terra vi sono stati cinque eventi di estinzione di massa, la più recente quella avvenuta durante il Cretaceo-Terziario, quasi 65 milioni di anni fa, che si pensava fosse stata causata dall’impatto massiccio di un asteroide sul Pianeta Terra. Nel 21° secolo si sta attuando una sesta estinzione di massa.

Secondo un articolo pubblicato a Luglio dal Dott. Gerardo Ceballos* e dai suoi colleghi, la Terra sta vivendo un enorme fenomeno di estinzione delle specie e una grande riduzione della loro gamma di biodiversità, che potrebbe avere profondi effetti sugli ecosistemi da cui dipende anche la civiltà umana. Hanno scoperto che circa il 30% dei vertebrati terrestri, compresi i rettili, gli uccelli e gli anfibi, stanno subendo notevoli perdite e diminuzioni. In alcune parti del mondo si sta perdendo il 70% delle specie a causa del degrado degli habitat. Gli autori descrivono i loro risultati come un annientamento biologico, sostenendo che la sesta estinzione di massa potrebbe essere già in corso.
Ma questa volta è fondamentalmente diversa da quelle avvenute in passato. Mentre le estinzioni precedenti sono state causate da fenomeni fisici, come cambiamenti climatici naturali, massive eruzioni vulcaniche, l’acidificazione degli oceani e meteoriti, la sesta ha le sue radici nell’attività umana.

Lo sviluppo del Homo Sapiens, quasi 200.000 anni fa, ha cambiato l’equilibrio globale dell’ecosistema e ha rovesciato le leggi naturali che governano la Terra. E’ stata impostata una nuova rotta per il nostro pianeta. Diverso dalle altre specie, l’uomo ha sviluppato la capacità di predominare su tutte le altre, sfruttando le risorse primarie del pianeta. Cominciando a cacciare eccessivamente gli animali e pescare pesci, ad utilizzare i combustibili fossili per la produzione di energia e sfruttando le risorse naturali del pianeta in modo tale che oggi la capacità delle altre specie animali e vegetali di sopravvivere è stata profondamente minata.
Quali sono i fattori più incalzanti dell’estinzione? E come possono i principi per una salute planetaria dedicarsi attivamente per contrastare una sesta estinzione di massa?

La fauna selvatica sta scomparendo a causa del degrado degli habitat, della pesca e dell caccia massiva, dell’inquinamento tossico, della deforestazione e del cambiamento climatico. L’accelerazione della deforestazione ha causato un aumento dell’inquinamento di carbonio che causa un imponente peggioramento del clima e come sappiamo, ha conseguenze disastrose sull’ecosistema e sulla produzione di alimenti. Le foreste pluviali del Brasile sono andate perse grazie ad una deforestazione che ha avuto il suo picco più alto nell’ultimo decennio, ed oggi il governo brasiliano sta proponendo il rilascio di altri 860.000 ettari di foresta amazzonica, un’area pari all’estensione del Portogallo, per la produzione agricola e l’estrazione mineraria, a seguito della pressione delle grandi Lobby e multinazionali; affermando che questo porterà un progresso economico a tutto il paese. Per quanto riguarda le conseguenze sulla produzione alimentare, ci saranno meno specie di insetti che offrirebbero un controllo naturale dei parassiti, per cui gli agricoltori dovranno fare affidamento su altissime dosi di pesticidi chimici. Allo stesso modo, la produzione di frumento su vasta scala, continua comunque a fare affidamento sugli insetti impollinatori, senza i quali però, i raccolti di frutta, verdura e cereali saranno scarsi o soggetti a un aumento dei prezzi. E’ un serpente che si morde la coda.

La crescita della popolazione umana combinata con un sorprendente eccesso di consumi tra i più ricchi nelle nostre società, sono le principali cause della riduzione delle specie di questa sesta estinzione di massa.

Ci sono più di 7 miliardi di esseri umani sulla Terra, ma solo 200 anni fa se ne registravano solo 1 miliardo. Questa rapida impennata demografica e crescita del consumo pro capite, di beni e servizi, l’impronta ecologica crescente dell’umanità, sta alterando la crosta terrestre, i fiumi e gli oceani, il sistema climatico, i cicli bio-geochimici e il naturale funzionamento degli ecosistemi. Quasi il 40% della superficie terrestre è utilizzato per la produzione agricola per alimentare l’intera popolazione del Pianeta e la copertura adibita ad aree urbane dovrebbe aumentare di oltre 1 milione di km2 entro il 2030, minacciando ulteriormente la biodiversità e la produzione di cibo.
L’attività umana sta cambiando il nostro mondo e sta tracciando delle traiettorie evidenti che conducono all’estinzione, il tempo per l’azione è breve.

La riduzione o la auspicabile abolizione dell’utilizzo dei combustibili fossili e l’adattamento ad un’economia energetica ad emissioni  zero, saranno essenziali per mantenere il cambiamento climatico nei limiti stabiliti dall’accordo di Parigi. Offrendo alle persone differenti fonti di proteine (che non siano solo provenienti dagli allevamenti intensivi, ma anche da legumi e cereali o altro), ​​modificando le diete, sarà fondamentale per ridurre gli effetti delle attività di cui fin’ora abbiamo abusato. La riduzione del consumo di carne, unitamente allo zucchero e all’olio di palma che richiedono grandi aree di terra e di acqua, svolgerà un ruolo cruciale nel fermare la deforestazione. Le estinzioni di massa sopra menzionate,  potrebbero essere inevitabili e forse non è troppo tardi per fermare questo ultimo attacco alla nostra ecologia. È necessaria una cooperazione senza precedenti tra i responsabili politici, le organizzazioni internazionali, gli scienziati e i ricercatori, e la società civile per preservare e mantenere la nostra biodiversità e per proteggere il mondo da noi stessi.

Fonte: articolo tradotto da http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2542519617300839?via%3Dihub

*Dott. Gerardo Ceballos: biologo, ecologista e ambientalista messicano – https://de.wikipedia.org/wiki/Gerardo_Ceballos

ESCOBAR – “SUR”

Prodotto dall’etichetta INRI, ha già scalato le vette delle hit di MTV…Lei è esplosiva, graffiante e ribollente di energico sangre cileno. I musicisti che la accompagnano nelle varie collaborazioni e live, durante i suoi numerosi concerti, sono tra i più rinomati sulla scena musicale indipendente genovese e italiana.

Impossibile non ballare 😊

Per ora, per chi ancora non avesse avuto il piacere di ascoltarla…qui il singolo “SUR”. Check it out!!!

 

Loro sono pirati, esploratori, naufraghi. Sono giovani e pieni di energie. Genovesi, impegnati in vari progetti culturali e festival musicali, in cui han fatto ballare mezza Genova e per tutta l’estate 2016, come la Notte Greenfog all’interno della rassegna Cresta che si è svolta ai Giardini Baltimora (o Di Plastica) durante lo scorso agosto 2016. Loro sono Mattia Cominotto, Riccardo Armeni, Fabrizio Gelli, Stefano Piccardo, Saverio Malaspina, provenienti da altre famose formazioni come i Meganoidi, i Numero 6 e gli Esmen. Il singolo “La verità”, si avvale della collaborazione e incursione musicale di Davide Toffolo (Tre Allegri Ragazzi Morti) ed apre i i battenti al prossimo nuovo album in uscita il 9 settembre “Lingua Nera”. Il video girato da Stefano Poletti, ha come sfondo La Castagnola, l’agriturismo di Stefano Piccardo, un’ambientazione bucolica, tra fieno e api, cibo sano e buonissimo 😉 , bambini e giochi. Il viaggio continua e  gli Od Fulmine continueranno a far da sottofondo alle prossime avventure rocambolesche. Stay Tuned…;)

 

Flickr MC Photo

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Always updating my Flickr….Hope You Will Enjoy 😉

Click here: https://www.flickr.com/photos/micaelacelaniph/

 

large-Bamiyan-BuddhaE’ ancora ben vivo il ricordo dell’abbattimento delle sculture di Buddha a Bamiyan, in Afghanistran. Le imponenti statue scolpite nella viva roccia durante il III e V secolo d.c. dalla florida civiltà buddista, che abitava la valle situata sull’antica via della seta, e che costituivano per i fondamentalisti talebani, mossi ancora da astio nei confronti della tribù degli hazara (di confessione sciita, che ha popolato la valle per lungo tempo), discriminata dalle tribù di etnia pashtun, di cui i talebani fanno parte, un vero e proprio insulto. I grandi Buddha sono stati distrutti nel 2001 a colpi di cannone ed esplosivi perché considerati simbolo offensivo delle religioni “non islamiche”, dopo 18 secoli di storia.

Ninive - muraglia e portale

Ninive – muraglia e portale

A 14 anni di distanza, un’altro vero e proprio crimine contro la cultura e la storia è stato commesso a Ninive, capitale dell’antico impero assiro in Iraq, a pochi chilometri da Mosul. I miliziani dell’Isis da anni si arricchiscono col traffico di antichità, uno dei metodi usati per raccogliere fondi da utilizare nella loro guerra santa, ma è anche chiaro che lo scopo è di abbattere ogni simbolo, vestigia o resto di religioni che non siano quella islamica, secondo la loro interpretazione estremista.

Attorno a quella che possiamo definire la nuova roccaforte del sedicente Califfato, esistono circa 1.800 siti archeologici, oltre agli antichi resti di ben quattro capitali dell’impero assiro-babilonese, oggi considerato blasfemo e in balia dei folli affiliati del capo indiscusso dell’Isis, Al Baghdadi.

Antichi monumenti, statue ciclopiche, imponenti mura e splendidi bassorilievi sono oggi nelle mani dei ribelli. Il territorio che fu la “Mezzaluna fertile”, la culla della civiltà, è alla mercè di un esercito folle e senza scrupoli che, senza alcuna remora, riduce in cenere la storia.

Il personale di sicurezza dei siti archeologici sta abbandonando gli incarichi per questioni di sicurezza, mancanza di mezzi e carburante. Il gioco-forza è dettato dal rischio quotidiano di essere uccisi dai mercanti d’arte, dai trafficanti o dagli stessi ribelli, che ormai detengono il controllo di tutto il nord-ovest dell’Iraq.

Il patrimonio cristiano, tutto quello che si riferisce a minoranze religiose ed etniche che non sia già stato demolito, è a rischio distruzione. Tutta la piana di Ninive e Mosul è nel mirino dei ribelli, che bruciano e radono al suolo chiese e monasteri cristiani, tra cui quello di San Behnam, occupato e trasformato in quartier generale dell’Isis.

E non è tutto: lo stesso patrimonio islamico è in pericolo, ogni simbolo e luogo di culto sciita, moschee, minareti e anche i santuari sunniti sono stati polverizzati. In particolare gli iracheni sono scossi per la distruzione del tempio del profeta Giona, o Nabi Yunis. Il Santuario che veniva rispettato dalle varie confessioni religiose presenti in Iraq, nel 1924 era stato ricostruito sostituendo quello ottomano che era crollato, ma ancor più di interesse storico, il Palazzo assiro sottostante, dove si possono trovare imponenti tori alati, scoperti recentemente. Anche il Museo di Mosul è stato occupato dalle milizie dell’Isis, che ha sotto controllo intere collezioni di incalcolabile valore.

Come si possono quindi proteggere questi beni inestimabili? Esiste un’azione da parte della comunità internazionale? Si riesce a bloccare il contrabbando con i Paesi circostanti? Quale altra distruzione dobbiamo aspettarci?

Le immagini dei grandi Buddha di Bamyan, come delle mura di Ninive e di altri luoghi profanati e distrutti, si potranno vedere da oggi in poi solo sui libri di storia o su internet, ma di certo i siti storici che ancora esistono e che hanno un valore a livello mondiale non possono rimanere in balia di folli assassini.

Esiste una forza armata dedita alla protezione dei beni culturali? Si.

Vedere sparire in un soffio millenni della nostra storia è triste e molto irritante.

Sentirsi impotenti ancor di più.

 

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Alluvione-4Nessuna allerta diramata dal centro Arpal fino alle 23:50 circa della scorsa notte, solo degli avvisi. Sms che si ricevono solo se abbonati. Organizzazione assente, o davvero carente, dell’amministrazione comunale, che nella conferenza stampa, ne esce con informazioni frammentarie. I lavori si stanno facendo, i problemi sono le gare di appalto, che come sappiamo già da precedenti fatti, hanno tempi lunghissimi per essere vinte, accettate, esaminate e forse poi messe in atto. Oltre ai tempi, i costi. I finanziamenti che non arrivano e i pochi soldi che ha a disposizione il comune vengono spesi alla bella e meglio, nelle opere meno costose, nei “tapulli”, diciamo a Genova. Certo è che io sono mesi che guardo il letto del Torrente Bisagno e mi chiedo come mai ai margini ci sia una selva densa, certo non ci sono più lavatrici, motorini, mobilio vario, però anche le piante hanno la loro funzione…a volte utile, nel caso del contenimento di frane, a volte pericolosa, se intasano il letto di un Torrente, che dopo un’ora di pioggia si trasforma in un fiume in piena, in uno tzunami che arriva dai monti. Ma il problema non sono le piante, e nemmeno forse i tombini carichi dirumenta, foglgenova-alluvione-9-ottobre-2014-252671ie, e cicche di sigaretta, che qualche volontario ha disintasato qualche giorno fa, come se avesse sentito l’odore dell’acqua nell’aria; il problema è che questi fiumi, o torrenti liguri, il Bisagno in primis, il Fereggiano, lo Sturla, il Chiaravagna, etc, sono stati strozzati dal cemento, dalla speculazione edilizia che non si è fatta scrupoli negli ultimi 50 anni del disagio idrogeologico che esiste da sempre in questa regione. Da sempre l’uomo strozza la Natura e la Natura, prima o poi, bene o male, si rivolta. Gli enti conoscono benissimo la situazione, il vero problema è l’informazione, poi ci sono i soldi, l’economia, gli investimenti fatti a caso, come dare la precedenza a Expò 2015 (tra l’altro fatta con soldi  dalle mafie), invece che a finanziare le opere per togliere dal rischio di morte i cittadini italiani. Questo è raccapricciante, è triste, che nessuno, il sindaco e la sua giunta non stiano pubblicamente facendo pressione al governo, alla luce del sole, in modo che anche noi possiamo avere voce in capitolo, che nessuno si preoccupi della sicurezza in questo paese, nessuno dia voce a scienziati, a geologi, alle persone qualificate. Nessuno ha idea di cosa voglia dire agire per priorità mettendo in testa la vita delle persone, la qualità dell’aria che respiriamo, la qualità delle strade su cui facciamo camminare i n1937500_982313831798198_1206414744954831284_nostri figli, le persone anziane che si inciampano nei buchi sull’asfalto.Non ci sono i mezzi??? Eccome se ci sono!!! Il problema è che il completo che indossa la moglie di Renzi fa più notizia, e allora si parla di quello per 20 minuti nei telegiornali, invece di fare il punto della situazione idrogeologica a livello nazionale. Il problema è ben più vasto, e a quanto pare i modelli matematici dei meteorologi non servono più a molto; i fenomeni sono diventati così imprevedibili?

 

 

Non si può prevedere un terremoto, ok. Ma un “temporale autorigenerante” cosa è? Io non avevo mai sentito questo termine e non so come funzioni. Ecco un link dove viene spiegato abbastanza semplicemente: http://meteolive.leonardo.it/news/MeteoLive-school/18/cos-un-temporale-autorigenerante-/34476/

Sta di fatto che, come cita l’articolo linkato,  questa previsione del <<“cluster multicellulare con rigenerazione sopravvento”. In entrambi i casi ci troviamo dinnanzi alla stessa struttura temporalesca, molto temibile poichè spesso responsabile di alluvioni lampo e di nubifragi di particolare abbondanza e persistenza.>>, poteva portare a pensare i nostri amici dell’Arpal di diramare un Allerta1, per precauzione, dato che è un fenomeno di grande estensione ed imprevedibilmente pericoloso, e questo avrebbe tenuto la gente a casa, avrebbe smosso il comune a sollecitare misure di sicurezza più adeguate e tempestive e forse avrebbe salvato la vita che si è persa. Invece il Sindaco Marco Doria, nonostante gli avvisi, è andato al teatro tranquillo, finchè il telefono non ha iniziato a squillare, avvisandolo che quegli avvisi si erano trasformati in una nuova tragedia.

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Il punto sul clima:

Il motivo principale di questi eventi è la temperatura ancora alta dei mari che in autunno si scontra con l’aria fredda soprastante creando, in parole povere, condensa, energie che si accumulano anche livello elettromagnetico, creando nubi che si scontrano con forza e si rigenerano continuamente. Ora, posto che questo fenomeno a livello oceanico, ha provocato uragani come Sandy e altri tifoni devastanti degli ultimi anni, viene spontaneo dedurre che chi parla di surriscaldamento globale fuori controllo, non sia proprio uno stupido. A quanto pare l’Autunno è sempre esistito, i temporali forti autunnali anche. Come possiamo notare però, i fenomeni si stanno rinforzando e non sono più analizzabili dai normali modelli utilizzati dai centri meteo, non c’è modello matematico che possa prevedere un innalzamento delle temperature mai toccato da quando esistono questi strumenti?

L’equilibrio climatico è delicatissimo, basta un innalzamento di un solo grado della media stagionale delle acque marine per scatenare questo putiferio. Un solo grado celsius basta a scombinare ogni previsione, a destabilizzare i cicli acqua/aria nell’atmosfera e le correnti. Quindi gli errori più grandi sono già stati fatti dall’Uomo, che incurante, continua ad “utilizzare” il pianeta come fosse usa&getta, ora bisogna aprire gli occhi davanti ad una realtà che non si può più nascondere, è davanti a tutti. Quindi, oltre a demonizzaare le amministrazioni locali, lo stato, giustamente perché potrebbero fare molto di più, iniziamo a darci una regolata, ad amare il nostro ambiente, perché, volenti o nolenti, è l’unico che abbiamo.

 

 

Da Sandy, a Nilam, e molti altri gli eventi climatici che fanno sembrare il nostro Pianeta impazzito.

Non solo i versanti atlantici ed oceanici, adesso anche il Mare Nostrum, il Mediterraneo, sta subendo le conseguenze dei famigerati “cambiamenti climatici“. Il bacino mediterraneo, considerato fin dall’antichità un mare tranquillo e protetto, adesso è nel mirino di eventi meteorologici di rara intensità e di una fenomenologia che si sta mostrando sempre più frequente e devastante. I commenti a riguardo possono solo riguardare, a mio parere,  una “nicchia” di illuminati della comunità scientifica, che ha già denunciato da tempo alle istituzioni e agli organi governativi,  le variazioni di temperatura che si sono riscontrate negli oceani e nei mari, ma che stranamente non hanno avuto alcun esito a livello di divulgazione ufficiale. La denuncia ha fatto luce sulle reazioni esponenziali e proporzionali all’aumento di temperatura, provocando fenomeni di questo tipo in aree del pianeta fin’ora non considerate a rischio.  Anomalie appunto, si potrebbero chiamre così. Se non fosse però un effetto, ben chiaro per altro, che mette in stretta relazione l’aumento di Co2 nell’atmosfera, surriscaldando il pianeta, grazie alla continua emissione di gas estratti dai combustibili fossili, che ci ostiniamo ad utilizzare e ad estrarre, fino all’ultimo centesimo di qualche “paperondepaperonis del petrolio” che non vede oltre il suo portafoglio, e non vede oltre l’Oggi. Parlarne sembra un romanzo di fantapolitica ambienatalista, ma solo la realtà aprirà gli occhi a molte persone, e purtoppo c’è il rischio che ne chiuda molti altri e per sempre. Il bello dell’evoluzione umana sarebbe il poter prevedere o premunirsi, il brutto è che esiste un’omertà consumistica, fomentata da lobby e multinazionali che pagano e minacciano per tappare la bocca a chi avrebbe saggi e relistici moniti sul come poterci salvare la pelle in tempo. Peccato che anche un disastro produca businness. Vi lascio ai video di oggi che non hanno bisogno di ulteriori commenti.

28/11/12 – I DANNI DEL TORNADO A TARANTO

Birmania – Un forte sisma di M 6.8 (prima valutazione USGS) ha colpito la Birmania del Nord, dove si è sparso il panico tra gi abitanti e il crollo di un ponte vicino alla zona dell’epicentro, che ha causato 5 vittime.

Il terremoto ha colpito il paese alle 7:42 ora locale, a circa 120km a nord di Mandalay, con ipocentro a circa 10 km di profondità.

Per quanto la Birmania sia una zona comunemente colpita da piccoli terremoti, quello di oggi è stato avvertito anche a Bangkok in Thailandia. La scossa principale è stata poi seguita da altre due forti scosse di assestamento.

 

 

 

 

Gli Stati Generali della Green Economy, la due giorni dedicata all’economia verde, si è conclusa il 9 novembre ed  è stata indicata  una “road map verso la sostenibilità” scandita dalle 70 proposte emerse dal lungo processo di partecipazione che ha visto coinvolti più di 1.000 esperti che hanno lavorato su otto temi strategici. Più di 1.500 partecipanti, circa 40 relatori, due ministri. Il Ministero dell’Ambiente e altre 39 organizzazioni di immprese “green”, hanno promosso questo evento, anche con il supporto della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, confermando che in Italia l’economia verde costituisce un settore innovativo e che può creare occupazione, innescando un opera di contrasto alla recessione economica, un settore proiettato sul mercato internazionale.

Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, conferma il successo di questa due giorni, in cui sono stati coinvolte varie imprese, in una piattaforma di 70 proposte unitaria ed efficace. Gli interventi degli esponenti politici, sindacali e imprenditoriali, hanno raccolto ampio consenso. Ronchi commenta infatti : “Mille rivoli si sono incontrati e hanno dato vita ad un fiume, il fiume della green economy che comincia a scorrere anche in Italia. Questo fiume non scomparirà, ma si farà vedere e sentire come forza reale per affrontare la crisi italiana e aprire nuove possibilità di sviluppo”

Tra le 70 proposta vi è la tesi 46, ossia quella che prevede la “promozione di un’azione specifica per il sostegno allo sviluppo delle rinnovabili termiche”, che da oggi è operativa in Italia e affiancata da un decreto sugli incentivi alle famiglie e alla pubblica amministrazione, decreto annunciato dal Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, nel suo intervento nella sessione finale della due giorni.

Il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini è intervenuto a margine degli Stati Generali della Green Economy,affermando che le 70 proposte del Programma, “possono costituire una road map verso lo sviluppo sostenibile e la green economy in Italia può essere una chiave per uscire dalla crisi”.

Infatti, il rapporto “Green Economy per uscire dalle due crisi”, vede già dei risultati molto positivi, tra cui 193 corsi universitari in economia verde, lavoratori nelle eco-industrie in crescita, il settore delle rinnovabili che impiega già oltre 108mila lavoratori, più di 4.500 aziende di agricoltura biologica (deteniamo il più alto numero in Europa) e poi i costi di smaltimento dei rifiuti molto bassi nelle Regioni che hanno scelto la raccolta differenziata spinta.

Per lo sviluppo della Green Economy in Italia, sono stati individuati 8 settori in cui investire: strumenti economici, ecoinnovazione, ecoefficienza, riciclo e rinnovabilità dei materiali, efficienza e risparmio energetico; fonti energetiche rinnovabili; tutela e valorizzazione dei servizi degli ecosistemi; filiere agricole di qualità ecologica; mobilità sostenibile.
Speriamo che i risultati migliorino ancora…;)

 www.statigenerali.org

http://www.meteoweb.eu/2012/11/il-fiume-della-green-economy-comincia-a-scorrere-in-italia/162596/

Coronal Holes Today

In seguito al CME (Coronal Mass Ejection) del 9 e 10 Novembre e al flare M 7.1 di ieri, NOAASpaceweather avvertono che ci sarà una forte onda d’urto sul versante Terra. Due grandi nubi di plasma solare si dirigono in queste ore verso la Terra,  che si fonderanno in un unica nube. L’impatto con il campo magnetico del nostro pianeta è previsto per domani, 12 Nov. 2012.

L’allerta del NOAA stima un 55% di possibilità di tempeste geomagnetiche nelle prossime 24/48 ore. Possibili venti solari che provocheranno aurore boreali anche a basse latitudini e possibili interferenze radio.

Askap (Australian Square Kilometre Array Pathfinder), il radiotelescopio nuovo di zecca del Csiro (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation), potrebbe essere utile nella ricerca di 700mila nuove galassie.  Sviluppo e costruzione di Askap sono avvenuti in collaborazione con scienziati ed ingegneri dei Paesi Bassi, Canada e USA, ed anche con i colleghi delle univerità australiane e delle industrie cinesi. Queste le predizioni che fanno del Askap, lo strumento prediletto da un gruppo di ricercatori australiani della University of Western Australia, che nel loro studio pubblicato anche sul Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, pare abbiamo combinato simulazioni al computer specifiche per fare appunto del nuovo telescopio uno strumento di notevoli capacità. Il complesso Askap è composto da 36 antenne di identiche dimensioni, ognuna di 12 metri di diamentro, che operano in contemporanea come un unico strumento. La nuova tecnologia incorporata per la ricezione, ITC system, renderà Askap uno dei radiotelescopi di ultima generazione, forse il migliore fin’ora in funzione, per fornire risposte fondamentali e più precise sul nostro Universo, diventando il più grande e sensibile strumento a livello globale.

L’Askap e’ un telescopio altamete capace. Riuscira’ a vedere piu’ galassie, piu’ lontano e con piu’ dettagli di quantoabbia mai fatto nessun telescopio al mondo”, spiega Alan Duffy, fra gli autori dello studio. Il radiotelescopio passerà al setaccio le parti meridionali dei cieli già nel 2013, con due survey, Wallaby e Dingo, ad esaminare le concentrazioni di idrogeno che alimenta le stelle nelle galassie, e il modo in cui queste sono cambiate in 4milioni di anni. Uno studio che permetterà di comprendere come la nostra galassia, la Via Lattea, sia cresciuta. ”Prevediamo che WALLABY riesca a trovare 600 mila nuove galassie e DINGO altre 100 mila, guardando oltre miliardi di miliardi di anni luce di spazio”, ha concluso sempre Duffy, ricercatore alla University of Western Australia, che un nodo logistico del International Centre for Radio Astronomy Research.  Nei link sottostanti si possono apprezzare le prime immagini trasmesse dalle webcam nel sito di installazione del radiotelescopio.

http://www.meteoweb.eu/2012/11/spazio-nuovo-telescopio-australiano-riuscira-a-scoprire-oltre-700-000-nuove-galassie/162744/

http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/telescopio-australiano-trovera-oltre-700-mila-galassie/news-dettaglio/4254111

Durante le prime ore di ieri mattina, 9 novembre 2012, un filamento magnetico che si trova dietro l’arto sud-orientale del Sole è esploso, scagliando un’espulsione di massa coronale (CME) estremamente luminosa nello spazio: le particelle cariche e le nubi di plasma eruttate dalla nostra stella non sembrano rivolte verso il nostro pianeta, ma potrebbero esserlo nelle future esplosioni di questa regione attiva, ancora estremamente potente. Il Sole è prossimo al picco del ciclo solare 24, atteso dagli scienziati in prossimità della primavera del 2014.

Il giorno 8 novembre, inoltre, c’è stato un Solar flare measuring M1.7, alle 02:23 UTC. L’eruzione ha avuto luogo nella regione 1611 (N12E66).

L’evento iniziato alle 2:0, con un picco alle 2:23 è finito appunto alle 2:25 UTC. Si sono registrate emissioni radio di tipo II, tipici di questo fenomeno associato,  indicando che il flare è strettamente collegato con l’espulsione di massa coronale avvenuto poco prima. Il CME sul versante est non dovrebbe avere effetti geomagnetici di particolare interesse. Al momento ci sono 6 macchie solari nelle immagini stereo che comprendono nel disco i due gruppi numerati: Regione 1611 (N12E66) e 1612 (N06E71).

Fonti: http://www.meteoweb.eu/2012/11/sole-una-brillante-esplusione-di-massa-coronale-cme-scagliata-nello-spazio/162628/

http://www.sott.net/article/253306-M1-7-solar-flare-erupts-from-Region-1611-backsided-full-halo-CME-observed

ISS

ISS – La International Space Station, è visibile ad ogni suo passaggio anche ad occhio nudo, basta osservare il cielo più spesso e non credere che sia un UFO…anche se molti sono spesso incappati nell’inganno, senza sapere che esistesse la stazione spaziale. La ISS sta in orbita attorno alla Terra viaggiando a circa 400 km/h, percorrendo in una sola ora quelli che corrispondono a oltre 27mila km di suolo terrestre. L’oggetto è visibile nei cieli perchè illuminato dal sole che rifrange la luce sui grandi pannelli e soprattutto perchè è molto grande, quasi come un campo di calcio.

Su molti siti, di cui riporto i link a fondo pagina,  si possono trovare le tabelle orarie per poterla osservare da terra ad ogni suo passaggio, a seconda della zona, tabelle che forniscono i punti cardinali di dove sorge e tramonta; la sua traiettoria luminescente si potrà  vedere per alcuni minuti.

A facilitare questa osservazione  per molti appassionati astrofili, sarà proprio la NASA ad avvisare ogni volta con un messaggio. Il servizio attivato di recente dall’ente si chiama appunto “Spot the station”, che l’agenzia spaziale americana ha messo a disposizione dei cittadini. Con una semplice iscrizione sul sito http://spotthestation.nasa.gov/ , indicando la propria email e il luogo da cui si osserva, il paese e la città. Per l’Italia, non sono presenti tutte le provincie nell’elenco, ma si potrà scegliere la località più vicina. Effettuata la registrazione, si attenderà quindi che il sistema ci avvisi, con quache ora di anticipo, sul prossimo passaggio della ISS. Per ora il servizio di avviso con sms è attivo solo per gli operatori statunitensi.

Il prossimo passaggio sopra l’Italia è per l’11 Novembre alle 5:46 am ca.

Quindi mi raccomando, tutti col naso al’insù…

TABELLE ORARIE DI OSSERVAZIONE  

Anche su questo sito si può selezionare la propria località e avere le tabelle orarie dettagliate del passaggio..come ho fatto io per Genova.

Fonti: http://www.blitzquotidiano.it

Canada – L’anello di fuoco, il cosìdetto “Ring Of Fire” che si estende lungo tutta la linea di subduzione della faglia pacifica, continua a tremare, insieme al Guatemala, anche il Canada rivive oggi ore di paura e rischio tzunami. Il secondo terremoto in solo 10 giorni, è stato registrato dal USGS alle ore 2:02 UTC, al largo di Vancouver Island, a 16.6 di profondità ed epicentro a 271 km a ovest di Port Alberni. Al momento non giungono notizie di danni a cose o persone.

Link USGS

Guatemala – Si aggarava il bollettino dei danni e del numero di vittime salite a 39 in una sola notte. Vi sono ancora al meno 110 dispersi, 150 feriti. Un bilancio che ora dopo ora pare sia destinato a peggiorare. La scossa di ieri di M 7,5 si è protratta per al meno 30secondi, facendo tremare la terra con una forza paurosa, intere zone sono rimaste senza elettricità. Il paese era stato copito da un sisma di tale intesità nel 1976, provocando 25mila morti.

Lo studio pubblicato su Science porta nuovamente una firma italiana, quella di Marco Ajello con la sua ricerca sulla luce di fondo dello spazio profondo.
Ed è proprio il telescopio Fermi a cogliere la misura del tasso di sopravvivenza dei fotoni gamma che vengono prodotti dalle galassie più remote e quindi ad individuare la radiazione generata dalle antiche stelle.
I fotoni gamma di alta energia detengono un grado altissimo di penetrazione, per cui non possono essere riflessi poichè attraverserebbero ogni tipo di specchio. Solo una cosa riesce a fermarli, altri fotoni di un energia tale, che il loro incontro/scontro possa produrre altra energia pari al doppio del quadrato della massa di un elettrone…(phew…che difficile!)
In questo solo ed unico caso, distruggendosi a vicenda, si crea una coppia di particella-antiparticella, un elettrone e un positrone, trasformando quindi l’energia dei fotoni nella massa della coppia stessa di particelle. L’energia totale viene conservata sia prima che dopo questa trasformazione, chiamata appunto “assorbimento fotone-fotone”, ma questo effetto diminuisce il numero di fotoni gamma che i nostri strumenti possono percepire. A seconda della distanza questo assorbimento varia e le sorgenti più distanti saranno quelle che mostrano un assorbimento più importante. Secondo le leggi della fisica, il telescopio Fermi rivela i fotoni gamma che vengono distrutti da incontri con fotoni ottici e ultravioletti. Questo metodo permette di stimare indicativamente in maniera indiretta, la densità di fotoni ottici e ultravioletti, quelli che si sono creati grazie alle stelle attraverso diverse generazioni, dall’inizio dell’Universo, ancora difficilmente misurabile dalla scienza. Misurare l’effetto in raggi gamma non è certo semplice, nè può rivelarci, attraverso il cosìdetto “smangiamento dello spettro”,  ogni singolo astro.
Ma, il telescopio che porta il nome di un noto fisico e premio Nobel italiano, pare abbia già rivelato più di 1000 sorgenti extragalattiche, 150 galassie attive, ma a distanze cosmiche diverse, utili appunto per effettuare i test.
Marco Ajello, che pubblica oggi su Sciense Express, è un giovane ricercatore, laureato ben due volte in Italia, con alle spalle già un dottorato in Germania e che attualmente lavora negli USA  tra le università di Standford e Berkley.
Il suo lavoro di ricerca basato sul “impilamento” degli spettri ha funzionato, rivelando, appunto, che gli oggetti più vicini mostrano un assorbimento decisamente più modesto, rispetto agli oggetti più lontani con un assorbimento molto maggiore. Uno dei risultati più interessanti della ricerca, è che la densità di fotoni “killer” rilevata risulta essere intorno ai valori minimi ipotizzati fino ad ora e può essere utile per iniziare a porre dei limiti numerici alle stelle che si sono formate all’inizio dell’Universo, quelle che ancora i nostri strumenti non riescono a rivelare in maniera diretta, per cui per ora dovremmo accontentarci con orgoglio di avere un immagine  in negativo. E direi che non è poco!!  GUARDA IL VIDEO
M.C.L.

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Fonti:

http://www.media.inaf.it

http://www.free-italia.net/

India – Si aggiorna tristemente il bilancio delle vittime provocate dal ciclone Nilam, che sta battendo da giorni sulla zona sud orientale dell’India. In soli 3 giorni il numero delle vittime è più che raddoppiato, da 12 vittime di sabato scorso, alle 28 odierne. Passano le ore e il bollettino dei danni cresce assieme a quello di feriti e sfollati. Raccolti devastati dalle piogge incessanti, strade e ferrovie fuori uso. Accumuli pluviometrici che hanno superato i 250 mm e sfiorato in alcune zone i 350 mm. 1500 le abitazioni rase al suolo dai venti che viaggiano a 100 km/h, sprattutto nelle zone più colpite, ossia i distretti di Visakhapatnam, Godavari, Krishna, Guntur e Khamman.
Nelle ultime ore la stima degli sfollati è passat da 70mila a oltre 100mila. Sono stati allestiti campi di accoglienza siti nei luoghi più alti dal livello del mare e lontani dalla costa, dove le inondazioni stanno flagellando senza sosta.
Ratna Kumar, un componente delle squadre di soccorso riferisce: ““Molti decessi registrati nel fine settimana sono stati provocati dal crollo delle case o per annegamento”
Le operazioni di soccorso relative alla petroliera Pratibha Cauvery, arenatasi sabato al largo di Chennai, durante le quali un soccoritore aveva perso la vita, non hanno esiti positivi, infatti alcune persone dell’equipaggio, purtroppo, non sono state tratte in salvo in tempo.

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