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Birmania – La regione del Myanmar che stamattina (attorno alle 3 ora italiana) è stata colpita da un forte terremoto di M 6.8, seguito da altre forti scosse di assestamento, di cui una seconda di M 5.8, è stata messa in ginocchio di fronte agli ingenti danni e feriti gravi, provocati dal sisma. Il bollettino continua a peggiorare, le autorità birmane comunicano che da stamane il numero delle vittime è salito a 13. Si contano decine di feriti e  danni ai numerosi monasteri, di cui due sono letteralmente crollati a Kyaukmyaung uccidendo due persone, rimaste sotto le macerie; il ponte sull’Irrawaddy River, a est di Shwebo, è crollato stamane, causando 4 vittime. Una miniera è collassata a Sintku, vicino all’epicentro del sisma. Anche nella zona mineraria di Mogok, diversi templi hanno riportato gravi danni strutturali. Il paese, già scosso dall’incidente che ha visto deragliare un treno una settimana fa a Shwebo causando 25 morti, si prepara adesso anche alla visita del presidente Barak Obama, programmata per il 19 novembre, appena uscito vincente dalle elezioni americane, ma anche da uno dei più forti uragani scatenatosi nell’atlantico negli utlimi 30 anni.

 

 

 

Esiste un luogo, sulla terra, dove i fantasmi riescono a farsi sentire…

Glastonbury, nel Somerset britannico, è uno dei luoghi più misteriosi del mondo, dove sorge uno dei maggiori monumenti della cristianità e, secondo alcune cronache, i resti della chiesa più antica d’Europa.

Interno dell'abbazia

La grande abbazia, le cui rovine si possono oggi ammirare, viene fatta costruire da re Ina, uno dei primi sovrani anglosassoni, all’inizio dell’ottavo secolo, su una terra già consacrata in precedenza. Vi sorgeva infatti una chiesa in legno, eretta nei primi anni dell’era cristiana e distrutta da un incendio nel 1184, secondo alcuni costruita dai discepoli di Cristo e vicina alla tradizione storica di Giuseppe d’Arimatea e alle vicende del Sacro Graal. Nel 16° secolo l’abate Bere dichiara Glastonbury “terra sacra d’Inghilterra” poi, nel 1539 il re Enrico VIII ordina la soppressione dei monasteri cristiani in seguito alla decisione di nominarsi capo della chiesa protestante inglese e il luogo conosce un periodo di decadimento e saccheggio da parte della corona, che si appropria delle ricchezze. L’abate Whiting è arrestato e processato con l’accusa di avere nascosto parte dei tesori del monastero, incluse le sacre reliquie e il Graal, quindi impiccato sulla cima della torre di Glastonbury. In effetti, il religioso aveva occultato parte dei tesori per cercare di salvarli, e le ricerche effettuate portano alla luce circa cinquecento oggetti preziosi, ma nessuna traccia del sacro calice. Dopo altre peripezie, la chiesa viene definitivamente abbandonata finché, nel 1907, messa in vendita e acquistata dalla Diocesi di Barth per conto della Chiesa d’Inghilterra, che decide di sostenere i costi di nuovi e approfonditi scavi archeologici.

Il responsabile degli scavi è Fredrick Bligh Bond, appassionato

La celebre torre di Glastonbury

di archeologia ed esperto di chiese antiche, il quale ottiene l’autorizzazione nel marzo 1908. Bond porta alla luce due strutture identificate come le Cappelle di re Edgar e di Nostra Signora di Loreto, poi dodici celle a pianta circolare, anticamente occupate dai monaci eremiti ed erette intorno alla Cappella di S.Giuseppe d’Arimatea, datata intorno al II secolo d.C.

Gli scavi sono accompagnati da molte polemiche e da contrasti sorti fra Bond ed il collega William Caroe, responsabile della conservazione degli edifici.

Nel 1913 i finanziamenti cominciano a scarseggiare e le cifre restanti devono essere impiegate per liberare la zona dagli enormi cumuli di terra degli scavi, in seguito ulteriormente rallentati per lo scoppio della prima guerra mondiale. Bond viene allontanato, continuato dall’amico John Bartlett senza autorizzazione del Comitato di Sovrintendenza che, scoperta l’attività, inoltrò ufficiali proteste.

Il legame fra Bond e Bartlett rivela che gli scavi, fin dall’inizio, erano basati su informazioni segrete che facevano capo ad una società di appassionati di ricerche medianiche di cui entrambi erano membri. La società era stata contattata da Bartlett che, sembra, fosse dotato del dono particolare della “scrittura automatica” o “medianica”. Da parte sua, Bond è il primo a riconoscere la singolare qualità dell’amico e decide che con il suo aiuto si sarebbe potuto aprire un nuovo capitolo nella ricerca archeologica cominciando proprio da Glastonbury. I due compiono sedute spiritiche interrogando gli spiriti sul sito in questione, e pare abbiano ottenuto risposte come “…Non andavo d’accordo con i monaci…

Dall’aldilà sarebbe giunto anche il messaggio di un misterioso monaco Guglielmo, con il disegno dell’abbazia e da un tale Johannes Bryant l’aggiunta di una pianta rettangolare che, quesito dopo quesito, giunge a raffigurare esattamente la Cappella del re Edgar. Le sedute spiritiche sarebbero state numerose, e le informazioni avute dal mondo dell’occulto guidano i due colleghi per tutto il periodo degli scavi, arrivando anche ad indicare il luogo in cui era stato sepolto l’abate Whiting. Infine, pare che i particolari “informatori” di Bond appartenessero a quella che si era definita la “Compagnia di Avalon”.

I moderni studi non sono giunti ad alcuna considerazione ufficiale sul lavoro compiuto da Bond e lo stesso architetto avrebbe poi negato l’esistenza di una “Compagnia di Avalon” riferendo i messaggi a spiriti del paradiso che desideravano svelare la verità.

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Bond pubblica i risultati dei suoi studi nel 1918 nel libro “The Gate of Remembrance”, immediatamente accusato di spiritismo dalla Chiesa. La polemica dura diverso tempo, fra accesi dibattiti e articoli sui quotidiani dell’epoca, ma alla fine Bond riesce a uscirne a testa alta e nell’agosto 1919 riprende gli scavi all’abbazia continuando a seguire le istruzioni avute dagli spiriti dell’aldilà. In effetti, cercando i resti della Cappella di Nostra Signora di Loreto, riesce a riportare alla luce antiche tracce di un edificio. Alla fine del 1919 Bond pubblica un nuovo libro basato sulle comunicazioni spiritiche, “The Hill of Vision”, contenente profezie su una grande guerra, alla fine della quale avrebbe avuto inizio un’era di pace e prosperità.

Nel frattempo, il Comitato di Sovrintendenza agli scavi decide di allontanare gradatamente Bond dalla direzione dei lavori, affiancandogli il professor Sebastian Evans, celebre studioso del mistero del Graal e segretario del Comitato stesso.

L'incoronazione di re Edgar riprodotta su una vetrata

Dedicatosi prevalentemente alla catalogazione dei reperti, Bond è poi attaccato dal reverendo Wilkins con una serie di articoli che stigmatizzavano l’uso della scrittura medianica e contestavano i dati sulla Cappella di re Edgar e sulle effettive dimensioni dell’abbazia. Messo di fronte al pericolo di nuovi scandali e controversie, il Comitato si scioglie mettendo fine al ruolo di Bond come direttore degli scavi di Glastonbury, e cedendo i diritti dei lavori alla Società degli Antiquari di Londra, che rifiuta ogni coinvolgimento di Bond, il quale decide di continuare di nascosto il lavoro di ricerca dei tesori nascosti dall’abate Whitning e nel frattempo lavora nella redazione della celebre rivista “Psychic Science”.

Con il nuovo libro “The Company of Avalon”, Bond cerca di richiamare l’attenzione e gli aiuti dell’arcivescovo di Canterbury, ma senza successo.

Messo definitivamente da parte, Bond decide di dedicarsi allo studio delle questioni soprannaturali e nel 1925 parte per gli Stati Uniti accettando l’incarico della Società Americana per la Ricerca Medianica. Intanto era anche diventato sacerdote di una piccola setta chiamata Antica Chiesa Cattolica.

Tornato in Inghilterra nel 1936, tenta di riprendere gli scavi a Glastonbury con appoggi finanziari ottenuti in America, dicendo di essere in possesso di nuove informazioni sui tesori sepolti, sulla locazione della antica chiesa di S.Giuseppe d’Arimatea e sul luogo dove, con molte probabilità, poteva essere custodito il Graal, ma ogni autorizzazione viene negata. Deluso e amareggiato, si ritira in Galles e muore in solitudine nel 1945.

A questo punto, una domanda: le rivelazioni ottenute da Bond e Bartlett si sono rivelate autentiche? In alcune parti sorprendentemente vere, specie nel caso della Cappella di re Edgar, con l’eccezione dell’abside. Riguardo alla Cappella di Loreto sono stati molto meno “confortanti”, ma le critiche sono dirette alla forma del linguaggio di tali messaggi, scritti per lo più nell’inglese in uso nel 19° secolo. Poco convincenti quindi, stando alle affermazioni del biografo di Bond, il dottor Marshall McKusik.

L’architetto comunque, durante i lavori di scavo, riporta alla luce diverse rovine antiche, con un certo successo in campo archeologico. Le rivelazioni avute durante le sedute spiritiche non sono state mai considerate frutto di esperimenti di parapsicologia. Resta il fatto che lo scavo di Glastonbury rimane un fenomeno non ripetibile e probabilmente con la fine di essi è andata persa una grande opportunità.